Dopo l’intervento dei sanitari, i corsisti hanno protestato per le condizioni dell’aula e sono stati spostati in un altro edificio per proseguire le lezioni in una stanza riscaldata. "Da due settimane seguiamo le lezioni senza riscaldamenti in un ambiente gelido". Si tratta del secondo caso in pochi giorni che si verifica nel capoluogo siciliano
Si era già alzata un paio di volte durante la lezione per provare a scaldarsi. Era andata in bagno e aveva cercato un po’ di calore nell’aria dei dispositivi per asciugare le mani. Poi, però, era rientrata nell’aula 12 dell’edificio 19 di viale delle Scienze, nella cittadella universitaria di Palermo, dove da due settimane seguiva, in una stanza non riscaldata, un corso di formazione per insegnante di sostegno. È a quel punto che, in mezzo agli altri studenti imbacuccati come fossero sulla neve, si è sentita male. Dopo essere stata soccorsa dal 118, la studentessa è stata ricoverata per ipotermia all’ospedale Civico. “Me la sono vista brutta – ha commentato la corsista -. Avevo le labbra nere e non riuscivo più a muovermi. Ero come paralizzata”.
Dopo l’intervento dei sanitari, i corsisti hanno protestato per le condizioni dell’aula e sono stati spostati in un altro edificio per proseguire le lezioni in una stanza riscaldata. “Da due settimane seguiamo le lezioni senza riscaldamenti in un ambiente gelido”, dice un corsista. Quello del 28 gennaio, è il secondo episodio simile che capita in pochi giorni a Palermo. Un caso analogo si era verificato in una scuola elementare, la Emanuela Loi, dove una bimba di 10 anni era stata soccorsa e portata in ospedale.
“Abbiamo avviato un’indagine interna per appurare quanto sia accaduto e per prendere le dovute e necessarie misure in merito a questa situazione incresciosa e inaccettabile – dice il direttore generale dell’Università degli Studi di Palermo, Roberto Agnello -. Stabiliremo tutti i livelli di responsabilità e la funzionalità degli spazi sarà ripristinata al più presto. Seguiamo con assoluta attenzione le condizioni di salute della corsista”.
“Ho una cardiopatia e in aula si gelava. Dai climatizzatori sembrava uscisse aria fredda – ha dichiarato la studentessa -. Sono due settimane che insieme agli insegnanti chiediamo di risolvere questa situazione incresciosa. Le lezioni durano molte ore, sono impegnative, come giusto che sia, ma dovrebbero essere garantite le condizioni adeguate per seguire al meglio il corso. È incredibile che la soluzione sia stata trovata solo dopo che sono finita in ospedale – insiste. I miei colleghi hanno seguito il resto delle lezioni in un’altra aula ben riscaldata. Sono arrivata in ospedale con la saturazione bassissima. Mi sono molto spaventata e il mio medico mi ha prescritto riposo assoluto e proibito di rientrare all’università qualora persistessero queste condizioni. Sono stata contatta dal rettore che si è informato sul mio stato di salute”, conclude.