“A novembre siamo andati in vacanza, ho portato mio figlio al mare in Egitto. Appena siamo arrivati, forse per lo sbalzo di temperatura tra il freddo che c'è qui e il caldo di Sharm el-Sheikh, Michele ha iniziato ad avere alcuni gradi di febbre: 38 o 39", è iniziato così il racconto a Verissimo, un racconto drammatico durante il quale la showgirl non ha potuto trattenere le lacrime
Ieri pomeriggio, domenica 29 gennaio, Paola Caruso è stata ospite nel salotto di Verissimo per raccontare il dramma che ha colpito suo figlio. Silvia Toffanin, visibilmente emozionata, ha tentato di supportare la showgirl che non ha potuto trattenere lacrime e singhiozzi. Tra le lacrime, Caruso ha raccontato: “È un periodo molto, molto brutto per noi. Da novembre ho interrotto la mia vita e la mia carriera, perché il destino ci ha riservato l’ennesima prova da superare. Stiamo combattendo insieme. Abbiamo avuto una disgrazia, ci è piombata addosso inaspettata”. Caruso ha quindi tentato di spiegare quanto accaduto al figlio di 3 anni: “A novembre siamo andati in vacanza, ho portato mio figlio al mare in Egitto. Appena siamo arrivati, forse per lo sbalzo di temperatura tra il freddo che c’è qui e il caldo di Sharm el-Sheikh, Michele ha iniziato ad avere alcuni gradi di febbre: 38 o 39. Gli ho dato degli antipiretici, ma la febbre non calava. Ho iniziato a preoccuparmi. Abbiamo chiamato un medico”. Il racconto è proseguito non senza difficoltà per la grande commozione: “Questo medico arriva in camera e lo visita, parlava arabo. La struttura mi ha fornito un traduttore. Dice che per fare abbassare la febbre, poteva fargli una puntura. Io ero contraria. Dato che era un dottore, però, mi sono fidata e mi sono fatta convincere. Non lo avessi mai fatto”, ha sbottato tra le lacrime la madre. Con quella puntura il medico avrebbe iniettato al povero Michele un farmaco vietato ai bambini in tutto il mondo: “Facendogli questa puntura, non si sa di cosa, il bambino ha gridato fortissimo. Io gli ho detto: ‘È la prima volta che fai la puntura amore, adesso ti passa’. Passa mezz’ora, dico a mio figlio: ‘Amore vieni, vediamo se è scesa la febbre’, visto che il dottore ha detto che sarebbe scesa subito. Mio figlio si alza dal letto e cade a terra…scusami Silvia, non ce la faccio”.
Una volta ritrovata la forza, Paola ha continuato a raccontare: “Non sentiva più la gamba, non la muoveva più. Io sono impazzita, mi si è spento il cervello, non ho capito niente. Da quel giorno, dal 21 novembre, la nostra vita è cambiata totalmente. Siamo andati subito in ospedale. Lo hanno visitato quattro medici, poi è arrivata una neurologa, i dottori hanno capito che con la puntura era stato lesionato il nervo sciatico”. La showgirl ha quindi raccontato di essersi trovata da un momento all’altro un bambino che, se fino a qualche giorno prima giocava in modo autonomo, ora è costretto a camminare con il tutore e a sottoporsi a sedute di fisioterapia quotidiane. “In questi due mesi ha ripreso a muovere la gambina. Cammina con un tutore. Non ha deambulato fino a metà dicembre, perché non aveva il tutore che gli hanno dovuto fare. Adesso lui cammina con il tutore, senza no. I medici dicono che è una cosa molto lunga ed è l’unico caso in Italia, perché quel medicinale è vietato ai minori in tutto il mondo. Non sanno come reagirà il nervo, quanto tempo ci vorrà, se si sana o meno. Non so cosa succederà”.
Paola Caruso ha intrapreso azioni legali contro il medico che ha somministrato quell’iniezione al figlio: “Ci sono delle azioni legali in corso contro il medico, perché non voglio che succeda a un altro bambino, quello che è successo a mio figlio. Io mi faccio forza, ma sono distrutta”. A preoccupare maggiormente ora mamma Paola è anche la situazione mentale di Michele, così piccolo e già alle prese con un trauma così difficile da elaborare: “Era un bambino finalmente sereno e adesso non lo è più. Ha paura di tutto, quando vede gli ospedali scoppia a piangere, ha gli incubi in cui non riesce a camminare. Inizia a urlare. È completamente instabile, ha un maremoto dentro di lui. Facciamo quasi tutti i giorni la terapia a Milano. È l’unico modo per provare a fare in modo che cammini senza tutore. Ci vorrà tanto tempo e la fisioterapia”.
E ancora: “Se sente dolore? Non sente niente, non ha sensibilità. Sono devastata. Non lo auguro a nessuna persona al mondo. Vedere un figlio che soffre è straziante. Ho avuto due collassi, non sono stata bene, è troppa sofferenza”. A questo, inoltre, si aggiunge anche l’assenza del padre nella vita del bambino: “Il padre? Quando lo ha saputo ha fatto due telefonate a novembre, in cui ha chiesto come sta. Poi non ha più chiamato, neanche a Natale. Ma va bene così, lui ora è l’ultimo dei nostri problemi. Meglio che Michele non lo veda, perché lo ha amato tanto, ma il padre non c’era. […] Sto lottando perché Michele abbia il cognome del padre, è un suo diritto. Michele non ha colpa, se io e suo padre ci siamo lasciati”. Caruso ora (oltre al figlio) è alle prese anche con la gestione della malattia della madre adottiva Wanda: “Ha l’Alzheimer a uno stadio avanzato. Non sta bene”.