Da quattro mesi continua a circolare lo spottone di Mark Zuckerberg per promuovere la realtà virtuale di Meta e le sue straordinarie potenzialità anche per la didattica. E da quattro mesi continua a veicolare impunemente una castroneria che rischia di fare storia. Nel video, tra le altre cose, si vede infatti un gruppo di liceali che entra nel Metaverso e si ritrova nell’antica Roma mentre lo speaker commenta con orgoglio: “Questi studenti non si trovano realmente nel 32 avanti Cristo, ma potranno osservare Marco Antonio mentre dibatte nell’antica Roma”.

Un momento, fermi tutti! Ma nel 32 a.C. il Senato romano dichiarò guerra a Cleopatra e Antonio si spostò con la regina a Patrasso dall’Egitto dove risiedeva da anni per stabilire il suo quartiere generale e prepararsi ad affrontare la flotta di Ottaviano.

Basta sfogliare Plutarco, Svetonio e le biografie per tracciare tutti i suoi spostamenti. Oltretutto, dopo la terribile sconfitta di Azio, Marco Antonio tornò subito in Egitto dove morì sucida nel 30 a. C. per sottrarsi alla cattura da parte delle truppe di Ottaviano. Se i nostri studenti fossero teletrasportati a Roma nel 32 a.C. e cercassero Marco Antonio non solo non lo troverebbero, ma verrebbero anche arrestati subito come provocatori politici e processati come traditori. E per fortuna che la realtà virtuale è virtuale!

Scusate, ma questa chicca, di cui non si è accorto nessuno, era troppo ghiotta per lasciarla passare così. Per una cosa del genere i content creator di Zuckerberg meriterebbero il licenziamento, ma sicuramente stanno ancora lì. Però pensateci: se nel Metaverso la cultura verrà trattata con questa sciatteria saranno guai, altro che didattica.

Contenuti a parte, la realtà virtuale di Zuckerberg è davvero così avanti? Pietro Michelangeli, uno youtuber esperto di investimenti, ha fatto un’analisi impietosa, ma obiettiva dello stato dell’arte ed è giunto alla conclusione che è ancora presto per cedere alle fascinazioni di qualcosa che è virtuale anche in ciò che promette. Non è l’unico a nutrire seri dubbi e, così come stanno le cose attualmente, quella del Metaverso appare come un’enorme bolla che può sgonfiarsi prima ancora di scoppiare e le perdite intermittenti di Meta nell’ultimo anno non sono un buon segnale d’avvio. Ma per tutta la sua vita, breve o lunga che sia potrebbe fare più danni e non solo a livello di disinformazione, come abbiamo visto, ma anche con la manipolazione.

È la tesi di Neurobiscotti, un breve ma acuto saggio appena pubblicato da Francesca Palazzi Arduini (alias Dada Knorr) esponente storica del pensiero critico anarchico in Italia, che parte dal corto circuito della comunicazione pubblicitaria dalla pandemia in poi, per arrivare ai nuovi scenari che si aprono per la manipolazione con la realtà virtuale. Arduini sfiora per prima un tema molto sensibile che da noi è stato largamente sottovalutato: e cioè il potere persuasivo delle nuove tecnologie. Oggi non sono più i presunti “persuasori occulti” di packardiana memoria a veicolare messaggi manipolati a fini “educativi” (Packard non riuscì a dimostrare mai un bel niente e lui stesso potrebbe essere preso per un manipolatore, con buona pace di chi continua a citarlo).

C’è invece da riprendere in mano urgentemente quel filone di ricerca iniziato vent’anni fa da B.J. Fogg, uno scienziato comportamentista direttore del Persuasive Technology Lab dell’Università di Stanford. Fogg per primo ha intuito che la struttura delle tecnologie e l’interazione fra persone e macchine siano capaci di influire sul comportamento umano e quindi le macchine possano essere progettate con l’obiettivo di modificare i nostri atteggiamenti e comportamenti. Oggi questo ragionamento viene esteso a tutte le nuove tecnologie e fra queste la realtà virtuale rappresenta senz’altro lo strumento più avanzato.

Un tempo, si diceva “L’ha detto la televisione”, come se il mezzo in sé fosse dotato di una propria autorevolezza. Oggi il Metaverso propone un modello didattico fortemente ispirato al gaming avvicinando pericolosamente lo studio all’intrattenimento. Un gioco tanto più pericoloso quanto più prenderemo sul serio la disinformazione e la manipolazione che veicolerà.

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