“Non mi risulta che Donzelli si sia ancora scusato. Ha detto delle parole delinquenziali, politicamente e non solo politicamente. Ha usato le parole come i fascisti usavano il manganello e l’olio di ricino“. Così, a Tagadà (La7), il senatore del Pd Walter Verini commenta il duro j’accuse pronunciato alla Camera dal deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli all’indirizzo dello stesso parlamentare e dei suoi colleghi di partito Debora Serracchiani, Andrea Orlando e Silvio Lai, che lo scorso 12 gennaio hanno incontrato Alfredo Cospito nel carcere di Sassari.
“Non so quali siano i riferimenti antimafia di Donzelli – continua Verini – La cosa inammissibile è che Donzelli in quel delirio ha anche rivelato frasi che sarebbero il frutto di un colloquio tra un boss camorrista e Cospito. Donzelli dove ha preso queste frasi, captate evidentemente solo in carcere? Non mi pare che siano riportate nel pezzo di Lirio Abbate su Repubblica. Donzelli dice che quelle frasi giravano in ministero. E se invece queste frasi fossero coperte da segreto e quindi se fossero importanti per le inchieste?”.
Verini non risparmia neanche il ministro della Giustizia Carlo Nordio: “Venti giorni fa, dopo aver incontrato Cospito, abbiamo fatto un appello al Guardiasigilli perché nelle sue prerogative verificasse subito quella situazione. Quello che è intollerabile è che si perda tempo e che si confondano la lotta al terrorismo e la repressione di chi attenta allo Stato con le condizioni di salute di un detenuto. Nordio ha perso tempo”.