Fallito il primo annuncio della ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali. La ministra Calderone aveva dichiarato lo scorso 21 dicembre “faremo un decreto nel mese di gennaio” per mettere “i puntini sulle ‘i’ su quelle che sono le condizioni per gestire al meglio le politiche attive”. Oggi termina gennaio e del decreto non c’è nessuna traccia. Il Fattoquotidiano.it gliene ha chiesto conto. “Ci stiamo lavorando” risponde la Ministra, andando via dalla presentazione del ‘Rapporto Sussidiarietà 2023’. La Calderone lascia nel limbo anche i 404mila nuclei familiari di ‘occupabili’ (dati esposti recentemente dalla stessa ministra) a cui il governo taglierà il reddito di Cittadinanza dal prossimo luglio, vale a dire, tra sei mesi. “Quando inizieranno i corsi per gli occupabili? Presto” è l’unica indicazione temporale che dà la ministra del Lavoro. Il Fatto.it le ha chiesto conto anche del voto che ha espresso a nome del governo italiano, in seno al Consiglio Europeo. Si tratta di una raccomandazione per tutti gli Stati membri, in favore di un reddito minimo contro la povertà, per tutti, occupabili compresi, e senza limiti di tempo. Proprio l’opposto di ciò che il governo Meloni ha deciso di fare con il Reddito di Cittadinanza attraverso le misure contenute nella Manovra. “Non è così – risponde la ministra del Lavoro – il reddito minimo non è il reddito di cittadinanza. Andate a vedere la mia dichiarazione”.
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