di Stefano Briganti
Il 4 ottobre scrissi un contributo come utente Sostenitore de ilfattoquotidiano.it, dal titolo “Siamo all’ultimo scalino prima dell’inferno di una guerra mondiale?”. Lo scrissi quando, con un “referendum”, vennero “annessi” alla Russia i territori del Donbass. Il rischio che vedevo era che un ulteriore innalzamento del livello di armi a Kiev avrebbe consentito di colpire i territori “annessi” e perciò territori russi. Ciò poteva cambiare il profilo del conflitto allargandolo potenzialmente al di fuori dei confini ucraini. Da quel giorno le cose sono andate peggiorando.
Ormai è chiaro che la Russia non potrà mai arrendersi perchè altrimenti sarebbe la fine della Federazione. Ma se dovesse avvenire, prima di crollare si lascerebbe dietro una immane scia di devastazioni in Ucraina, che la ridurrebbe ad un paese di macerie e morti non in grado di operare come Stato in modo autonomo per anni. E’ altresì chiaro che l’Europa si è spinta troppo avanti con proclami del tipo “Kiev deve vincere la guerra e Mosca deve perderla” per potersi tirare indietro. Da Kiev e dalla Ue sono stati piantati dei paletti che vietano ogni qualsiasi tipo di dialogo con Mosca, per cui ormai c’è solo la guerra.
Si è scommesso su una macchina bellica russa che ci hanno detto essere inadeguata e che sarebbe stata fermata dalle sanzioni. Ad oggi la scommessa si è rivelata errata, ma ormai non si può più fermare l’azzardo.
L’Occidente ha costruito il “mito Zelensky” al quale ha dato un mediatico vessillo con su scritto “Sono il salvatore della libertà e del mondo”. Ogni sua richiesta è stata esaudita e ogni luogo lo ha visto presente. Gli è stato dato ogni tipo di palcoscenico mondiale su cui ha parlato: con le sue doti di attore, di guerra e di armi il mondo (occidentale) lo ha osannato. Cosicché oggi, in un delirio di onnipotenza, dice: “ora è giunto il momento di abbattere il tiranno e noi possiamo farlo colpendo il Cremlino”. Infatti lo stesso giorno che ha salito l’ultimo gradino di armi ottenendo i tank, ha chiesto aerei F-16 e missili a lungo raggio con cui poter colpire anche Mosca.
Tutto è stato concesso a questo pseudo semidio condottiero di soldati semidei che ci fanno sembrare immortali; chi adesso potrà rifiutare la sua ultima folle richiesta? Già la Polonia ha detto di esser pronta a dare qualunque arma Zelensky chieda, in quanto queste armi hanno natura “difensiva” a prescindere dall’uso che Kiev ne farà. Se “per difesa” dovesse essere lanciato un missile o sganciata una bomba degli “alleati” su una città russa o su Mosca, per la dottrina di ingaggio di difesa del territorio russo, Putin non avrebbe altra scelta che muovere l’intera potenza militare convenzionale, per primo contro l’Ucraina.
Quanto è grande questa potenza in termini di soldati? Nel 2020 era la seconda al mondo e a marzo 2022 il Corriere pubblicava: 900.000 soldati effettivi russi contro 209.000 ucraini. La Russia si ritiene abbia schierato 150.000 effettivi e altrettante nuove reclute. Quanti effettivi sono morti da entrambe le parti? Della Russia ci dicono 180.000 ed è ragionevole un numero non inferiore ai 100.000 (ricordate Von der Leyen?) nelle file ucraine. Se questo fosse vero, la Russia ha perso il 20% dei soldati e l’Ucraina il 50%. Mosca dispone di due milioni di riservisti e Kiev la metà. Di quanti effettivi potrà disporre Kiev se Mosca bombardasse le città ucraine come la Nato fece a Sarajevo o se da nord muovessero le forze russe dalla Bielorussia? Cosa ne sarà dell’Ucraina quando Mosca userà i suoi inarrestabili missili ipersonici su Kiev, Odessa, Leopoli, Lutsk?
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Nota della redazione
In una versione precedente dell’articolo si faceva riferimento alla “Cecoslovacchia”, Paese che non esiste più, e alla sua intenzione di “inviare truppe”, della quale non è stato possibile trovare una fonte affidabile. Per questo motivo è stato deciso di rimuovere quel passaggio.