È quanto accaduto all'istituto alberghiero “Beltrame”, dove un gruppo di studenti ha pensato di mettere online il discutibile merchandising con il simbolo della loro scuola. Una situazione sfuggita di mano alla preside, che ora sembra intenzionata a sanzionare gli studenti
La dirigente non si è accorta, i professori nemmeno. Colpa di una “ragazzata” ma intanto il logo dell’istituto alberghiero “Beltrame” di Vittorio Veneto è finito su accendini e mutande per uomo e donna. A sollevare per primo la questione è stato il giornale La tribuna di Treviso, ma nel giro di poche ore il caso dell’istituto governato dalla dirigente Letizia Cavallini è finito in rete oltre che sulla scrivania di Barbara Sardella, la dirigente dell’ufficio scolastico territoriale che a ilfattoquotidiano.it spiega: “Ho parlato in giornata con la preside. Mi spiace che un fatto che poteva essere considerato una goliardata sia diventato quasi rappresentativo di un istituto che è tutt’altro”.
Sardella, non smentisce; d’altro canto per qualche ora, in uno shop online, indicato dalla stessa scuola, attraverso il registro elettronico, sono apparse le foto degli slip neri da donna e dei boxer bianchi da uomo (oltre agli accendini) con lo stemma del “Beltrame”. E se la preside, contattata dal nostro giornale, risponde per poi sbattere giù il telefono senza dare spiegazioni, la capa dell’Ust chiarisce: “Il fatto è accaduto. E’ stata una leggerezza degli studenti. Si volevano fare le felpe con il simbolo della scuola. Sembra, da ciò che ho capito, che la dirigente non avesse ancora autorizzato l’uso del logo quando sono apparsi sulla piattaforma di vendita i prodotti”: 2,50 per l’accendi sigari e nove euro per l’intimo. Cavallini scarica tutto sul suo primo collaboratore: “Secondo quanto mi ha detto la dirigente, il suo vice, avrebbe diffuso – sottolinea Sardella – un comunicato sul registro elettronico, fatto su invito dei ragazzi, con il link della vendita” creato dai rappresentanti d’istituto e della Consulta.
Una situazione sfuggita di mano alla preside che ora sembra intenzionata a sanzionare gli studenti: “È stata una bravata. La dirigente – continua il provveditore – si è giustamente preoccupata dell’immagine della scuola. Non so se verranno presi provvedimenti ma se saranno decisi sarà con una valenza educativa. I ragazzi verranno messi davanti alle loro responsabilità”. Cavallini in ogni caso già sabato con una circolare aveva preso le distanze dal suo vice preside e puntato il dito contro i ragazzi: “Questa dirigenza è stata informata dalla stampa locale, a seguito di richiesta di intervista, della pubblicazione, tramite registro classe viva, di un comunicato “notizia breve”, non firmato dal dirigente scolastico, che annuncia vendita felpe con logo d’istituto tramite merchandising. Si desidera comunicare alla Comunità scolastica tutta, che gli studenti rappresentati d’Istituto e della Consulta hanno operato disattendendo i dispostivi dati da questa dirigenza e facendo leva sulla buona fede di chi ha redatto il comunicato”.
Intanto al “Beltrame” è sceso un clima d’omertà. Nessuno (oltre alla preside) vuol parlare. Gli studenti ora temono la sospensione ma chi si confida in maniera anonima non può non notare che anche l’istituzione ha le sue responsabilità. A stupirsi di tanto clamore è anche il sindaco di Vittorio Veneto, Antonio Miatto: “Sono convinto che sia stata una ragazzata, gli studenti hanno esagerato con i prodotti messi in vendita, certo non di buon gusto, un’azione che non è in linea con la reputazione ottima del Beltrame”. Intanto mutande e accendini con il logo del “Beltrame” sono stati fatti sparire per lasciare spazio al timore di un’azione disciplinare che Cavallini sembrerebbe stia valutando seriamente.