C’è un’inchiesta in corso e, oltretutto, si tratta di “materia complessa” che merita approfondimento. Nella sua informativa urgente il ministro della Giustizia Carlo Nordio si nasconde per il momento dietro l’indagine aperta dalla procura di Roma e il poco tempo a disposizione per non chiarire se quanto riferito pubblicamente alla Camera martedì dal deputato di Fdi Giovanni Donzelli, riguardo ai dialoghi tra Alfredo Cospito ed esponenti di Camorra e Cosa nostra, fosse legittimo o meno. Il caso, del resto, è assai delicato per il governo Meloni visto che le captazioni del Gruppo Operativo Mobile della Polizia penitenziaria dentro il carcere Bancali di Sassari erano sulla scrivania del sottosegretario, Andrea Delmastro Delle Vedove, anche lui di Fratelli d’Italia e numero due del ministro della Giustizia con delega al Dap. Per sua stessa ammissione, è stato proprio il sottosegretario a riferirne il contenuto dei documenti a Donzelli. “In linea di principio atti riferibili a detenuti al 41bis sono di loro natura sensibili, ragion per cui a fini di un’ostensione occorre una preventiva verifica”, ha premesso Nordio. “Bisogna comprendere di che tipo di atti si tratti, quale sia il loro livello di riservatezza, se il destinatario potesse condividerli con terzi”, ha continuato.
Si tratta, ha quindi concluso il ministro riguardo agli approfondimenti avviati già martedì, di questioni che “attengono a materia complessa, delicata, suscettibile per alcuni aspetti di diverse interpretazioni”. E ha liquidato il tutto così a Montecitorio: “A questo quadro si aggiunge l’indagine aperta dalla procura di Roma per rivelazione del segreto d’ufficio. Questa notizia è un elemento di novità, di cui per il doveroso rispetto del lavoro degli inquirenti non possiamo non tener conto”. Poi al Senato ha assicurato che “non ci pareremo dietro la magistratura di Roma, per dire che ce ne laviamo le mani e rispondere solo all’esito di quell’inchiesta della procura, ma ci sono limiti procedurali che vanno rispettati”. E ha quindi riferito che “appena esaurita” l’istruttoria, affidata al suo capo di gabinetto, si presenterà a riferire “nelle sedi opportune, anche qui”.
Sugli aspetti tecnici della tipologia di detenzione di Cospito, Nordio ha preso tempo sottolineando che il procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo “mi ha fatto sapere di non essere in grado di inviare oggi il suo parere, ma che arriverà domani”. E per questo “non sono in grado di rispondere qui a questo quesito”, ha sostenuto riferendosi alla richiesta di revoca del 41 bis avanzata al ministero dal legale dell’anarchico. Ma ha comunque sottolineato che “lo stato di salute di un detenuto non può costituire un elemento di pressione” sul governo. L’informativa del ministro ha provocato il disappunto del centrosinistra, dai cui banchi si è levato un lungo “Baaaah!”, un modo per manifestare la delusione per non aver avuto le risposte che si attendevano. La richiesta arrivata dai banchi del Pd è quella di ritirare le deleghe a Delmastro che, come Donzelli, ha già detto di non voler fare alcun passo indietro rispettivamente dal ministero e dal Copasir. “Dispiace che Meloni faccia finta di niente perché i fatti sono gravi e se non interviene siamo portati a pensare che abbia tollerato o approvato quanto accaduto ieri”, ha attaccato la capogruppo dem Debora Serracchiani. E quindi ha poi chiesto di “revocare le deleghe al sottosegretario” Delmastro “per la sicurezza nazionale e per l’onorabilità delle istituzioni che rappresentiamo”. Ancora più duro l’intervento del M5s con Vittoria Baldino, che ha sostenuto di “dare per scontate” le dimissioni di Donzelli e Delmastro, che con la sua “condotta grave e dolosa” ha “abusato e violato i suoi doveri e arrecato danno all’attività investigativa oltre a esporre a un rischio uomini e donne che combattono la criminalità organizzata”.
E si è quindi rivolta a Nordio: “Non ci è chiaro se continua a nutrire fiducia verso il sottosegretario – ha detto Baldino – I cittadini non possono sentirsi garantiti da chi maneggia informazioni così delicate con ingenua disinvoltura o con calcolata spregiudicatezza politica”. L’informativa del ministro è stata definita “indecente” perché “non ha detto nulla su quanto accaduto confermando l’imbarazzo della maggioranza e del governo”. Una “reticenza – è stato l’affondo di Baldino – che ha il sapore della complicità”. Nel mirino del M5s è finita anche la presidente del Consiglio: “Il mandato politico arriva da Palazzo Chigi, dove si sente forte l’esigenza di recuperare credibilità dopo cento giorni in cui si è iniziato a smantellare i presidi di legalità”. Critiche simili sono arrivate da Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi-Sinistra) e Riccardo Magi (+Europa) che hanno parlato di “silenzi e imbarazzi” nonché “elusività” del ministro.
Per Azione-Italia Viva, invece, i “silenzi” di Nordio “hanno parlato – sono state le parole di Davide Faraone – molto più di tante parole che avrebbe potuto esprimere per giudicare l’operato di Delmastro e Donzelli”, entrambi assenti in Aula. E ha quindi concluso: “Un parlamentare che non sa gestire informazioni delicate non può fare il vice-presidente del Copasir”. Al Senato Matteo Renzi ha rincarato la dose: “Potevamo festeggiare la cattura di Messina Denaro, un successo di tutto il Paese, ma il clima è stato rotto dall’intervento sguaiato e del tutto fuori luogo di Donzelli”, ha detto l’ex presidente del Consiglio definendo “inqualificabile” quanto accaduto. “Non ti metti ad attaccare gli avversari dicendo che non sono lo Stato: non è lo Stato chi utilizza materiale riservato per attaccare gli avversari”, ha incalzato.