L'ad dell’Inter commenta l'addio del difensore a fine stagione. Parole che sanno di resa, probabilmente anche di rimpianto per aver preso una scelta che col senno di poi si è rivelata totalmente sbagliata
Parole che sanno di resa, probabilmente anche di rimpianto per aver preso una scelta che col senno di poi si è rivelata totalmente sbagliata. “Non si possono più immaginare le bandiere nei club”, dice uno sconsolato Beppe Marotta intervenendo ai microfoni di Mediaset prima di Inter-Atalanta, quarto di finale di Coppa Italia poi vinto per 1 a 0 dalla squadra di Simone Inzaghi. Fuori dal campo però tiene banco il caso Milan Skriniar, che a giugno saluterà l’Inter per andare al Psg, senza lasciare nulla nelle casse nerazzurre.
Skriniar “ha fatto una scelta che rientra nei suoi diritti e noi abbiamo il dovere di rispettarla. Siamo certi che dall’alto della sua professionalità e serietà che ha sempre dimostrato, saprà dimostrare con i fatti, in questi mesi che mancano al termine della stagione, di essere all’altezza del ruolo e di militare con la maglia che sta indossando”, dice Marotta. L’ad dell’Inter, però, non nasconde l’amarezza dopo le ultime frenetiche ore di calciomercato: “Faccio più un ragionamento a largo respiro. È normale che il mondo del calcio subisca dei cambiamenti frequenti da un anno all’altro. Non si possono più immaginare le bandiere nei club, esistono delle dinamiche tali in cui i calciatori cambiano casacca frequentemente. Dobbiamo abituarci a questo tipo di calcio che è un po’ lontano da quello romantico e fatto di sentimenti“.
Un’analisi corretta, per quanto scontata e già sentita ormai da anni. Anzi, proprio alla luce di queste considerazioni l’Inter avrebbe fatto bene a vendere Skriniar questa estate, quando il Psg secondo le cronache sportive offriva intorno ai 50 milioni di euro. La dirigenza nerazzurra tentennò, poi fu costretta a rifiutare per mancanza di alternative sul mercato. Forse sperava di riuscire a convincere il calciatore a restare, si era illusa di avere a che fare con una “bandiera” che avrebbe rifiutato l’ingaggio doppio offerto da Parigi e l’ambizioni di vincere la Champions League. Ma le bandiere non esistono, lo ha detto lo stesso Marotta. “Certamente non è quello che gradiamo noi né quello che gradiscono i nostri tifosi, però abbiamo a che fare con dei professionisti“, conclude l’ad. Il ragionamento è giusto, ma col senno di poi è più facile.