. Il gruppo di ricercatori del French National Institute for Health and Medical Research e della università Sorbona hanno analizzato i dati di oltre 100mila persone seguite per dodici anni. Dalle loro analisi è emerso che chi prendeva dolcificanti aveva un rischio più elevato di cancro del 13%: in particolare, aspartame +15% e acesulfame-K +13%
Se lo zucchero fa male ed è uno dei principali fattori alla base di malattie molto diffuse come diabete e tumori, i dolcificanti alternativi, quelli a zero calorie, rappresentano, almeno nell’immaginario di molti consumatori, una buona alternativa. Di fatto, l’industria alimentare ha lanciato da anni linee di prodotti “senza zucchero”, bevande e soft drinks in particolare, dolcificati con aspartame, acesulfame-K, sucralosio, ecc. I consumatori possono stare quindi tranquilli? Non proprio. Alcuni studi mettono in cattiva luce i dolcificanti di questo tipo. Per esempio, la ricerca francese Nutrinet-Santé, ideata da Serge Hercberg per analizzare ogni aspetto dell’alimentazione delle persone, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista PLoS Medicine e su BMJ, nel 2022. Il gruppo di ricercatori del French National Institute for Health and Medical Research e della università Sorbona hanno analizzato i dati di oltre 100mila persone seguite per dodici anni. Dalle loro analisi è emerso che chi prendeva dolcificanti aveva un rischio più elevato di cancro del 13%: in particolare, aspartame +15% e acesulfame-K +13%. Rischi più elevati sono stati osservati anche per il cancro della mammella (+22%) per l’aspartame e per i tumori correlati all’obesità (+13% per i dolcificanti artificiali totali e +15% per l’aspartame). “Si tratta di uno studio pubblicato nel 2022 fatto molto bene. È basato su una serie di diari di 24 ore che i partecipanti hanno compilato più volte all’anno e dove venivano indicate anche le marche dei prodotti consumati. In questo modo sappiamo quali dolcificanti assumevano”, sottolinea Franco Berrino, epidemiologo e già direttore del Dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell’Istituto tumori di Milano.
Dottor Berrino, sembra che gli effetti sulla salute di questi dolcificanti siano controversi. Ci sono altri studi per trarre più solide conclusioni?
“Bisogna partire da un po’ più lontano, dal 2006, quando il dottor Morando Soffritti, dell’istituto Ramazzini di Bologna, pubblicò un esperimento condotto sui roditori cui era stato somministrato aspartame in dosi compatibili con il consumo umano. I risultati mostravano che questo consumo provocava vari tipi di tumore. In base a quei dati l’Efsa, l’Ente europeo di controllo alimentare che ha sede a Parma, costituì un gruppo di lavoro che prese in esame gli studi di Soffritti arrivando però alla conclusione che quei risultati non erano validi. Qualche anno dopo, Soffritti fece altre ricerche, questa volta sul sucralosio fatto ingerire da cavie animali e anche in questo caso risultava cancerogeno. E poi c’è il nostro grande studio Epic che ha osservato per molti anni le abitudini alimentari di oltre mezzo milione di cittadini europei”.
E che cosa è emerso?
“Chi beve ogni giorno bevande con dolcificanti aumenta la mortalità per malattie cardiovascolari. Allo stesso risultato, con qualche sospetto anche sulla mortalità per cancro, sono arrivati i colleghi ricercatori di Harvard e di Uk Bio Bank. Non solo. Una recete metanalisi dimostra che bere un bicchiere al giorno di bevande zuccherate aumenta la mortalità del 10%, 2 bicchieri del 20%, 3 bicchieri del 30% (sì, ci sono tante persone che non possono fare a meno di accompagnare i pasti con i soft drinks); mentre fino a un bicchiere al giorno non si osserva un effetto rilevante per le bevande ‘zero zucchero’. Se però ne consumiamo due o più bicchieri al giorno, il dato cambia e aumenta il rischio di mortalità per malattie cardiache e tumori. E con cosa sono dolcificate queste bevande? Con aspartame, sucralosio e anche la stevia”.
La novità dello studio francese è che conosciamo più in dettaglio che cosa hanno consumato i partecipanti alla ricerca.
“Esattamente. E anche se è emerso che il rischio di tumori aumenta in media del 13-15%, che non è un valore elevatissimo, i risultati sono coerenti con altre conclusioni. Insomma, abbiamo buone ragioni per raccomandare di non bere queste porcherie”.
Quali meccanismi fisiologici provocherebbero il rischio di cancro?
“In studi come Epic, si è rilevato un aumento di casi di diabete in relazione al consumo di ‘bevande zero’. Di fatto, l’aspartame è 200 volte più dolce dello zucchero e il sucralosio ben 400 volte più dolce: quando si consumano prodotti dal gusto dolce si attivano nell’intestino i recettori del gusto, come quelli presenti sulla lingua. A quel punto, l’intestino spalanca le porte per l’assorbimento del glucosio. Per cui, se bevi bevande di questo tipo da sole non si alza la glicemia, ma se dolcifichi con aspartame e mangi anche un biscottino, la glicemia sale di più che se avessi dolcificato con lo zucchero. Ci sono tanti studi che confermano questo meccanismo. Quindi tornando alla sua domanda, l’ipotesi più credibile è che l’aumento della glicemia favorisca il diabete predisponendo al maggiore rischio di malattie cardiovascolari e cancro”.
E quindi, le alternative? C’è chi pensa che i succhi di frutta 100% siano una buona scelta.
“Nello studio Nutrinet-Santé è stato rilevato che anche i succhi di frutta non zuccherati aumentano il rischio di cancro”.
Perché?
“Questi succhi non sono come le spremute preparate in casa. I succhi di frutta spesso sono fatti a partire da un preparato concentrato. Importiamo navi con le stive piene di succo concentrato, lo diluiamo per poi realizzare prodotti da offrire sul mercato. Concentrando però i succhi ad alte temperature, viene distrutta la vitamina C, che è un po’ il ‘controveleno’ del fruttosio. Per contro, nessuno ha mai dimostrato che un succo di frutta fatto in casa faccia male alla salute, anche se noi raccomandiamo di mangiare la frutta così com’è per il suo contenuto di fibre”.
In conclusione…
“Meglio non consumare succhi di frutta industriali”.