Accetto ogni discussione civile sui vaccini. Accetto ogni posizione politica contrapposta da idee chiare e certe. Financo accetto l’inesattezza della scienza spesso urlata e ritrattata – “è poco più di una influenza” – di un signore che ci tiene compagnia tutte le domeniche sera dal contenitore pubblico pagato da tutti. Non accetto invece il fatto che niente sia stato fatto di reale dai politici, dagli amministratori e dai medici per cambiare il sistema in modo da poter curare tutti allo stesso modo. E ho detto curare.
Perché le persone dimenticano, come tutti hanno dimenticato medici Onesti come Francesco Zambon. Il mio compito è di far tornare la memoria. Poi ognuno sceglie, in base alle proprie capacità. Perché ormai tra pochi giorni ci saranno le elezioni in Regione Lombardia che è di esempio per tutte le regioni visto che vi risiede un sesto dei cittadini italiani.
Ma andiamo con ordine perché quello che vi spiegherò è quanto meno allucinante.
Come vi avevo annunciato ero da mesi in attesa di avere i dati di eventuali interventi chirurgici privati nella mia specialità eseguiti in strutture pubbliche e private accreditate negli anni 2020 e 2021. Anni in cui la morsa del Covid era stretta. Anni di chiusure totali e parziali. Anni in cui la disponibilità di posti letto, di sale operatorie, di medici e di infermieri era al collasso. Ma non per tutti. Chi ha disponibilità economica passa.
Sono basito nel leggere che due ospedali pubblici di Milano hanno eseguito interventi di cataratta privati (ma che urgenza aveva la cataratta mentre si moriva come birilli?). Infatti ho scoperto che nell’anno 2020 sono stati eseguiti in regime di solvenza un totale di 60 cataratte e nel 2021, 48. Non sono i numeri che contano, ma il concetto: in periodi di emergenza il privato non deve esistere. Le forze si devono concentrare per il bene comune, non per il bene di chi ha più disponibilità economica.
Naturalmente non avevo dubbi nel rilevare invece che l’unica struttura privata accreditata dell’hinterland cittadino che ha risposto abbia fatto 207 interventi di cataratta nel 2020 e 284 nel 2021! Ben altri numeri!
Avrei voluto tanto potervi elencare ogni struttura pubblica e privata accreditata della regione, ma i tempi stringono e io non ho avuto i documenti dai direttori generali, ad eccezione di questi, perché loro stessi si rendono conto della vergogna al limite della denuncia. Ma una denuncia pubblica deve esserci.
Bene, vorrei chiedere a Fontana e a Gallera, che si ripresentano alla Presidenza ed all’assessorato alla Sanità, e a Letizia Moratti per l’anno 2021 visto che è stata nominata assessore alla sanità a gennaio di quell’anno, se sono a conoscenza di tutti i dati – che saranno ben più numerosi – che io non sono riuscito ad avere.
Posso anche aiutarli dicendo che basta digitare sul computer il codice DRG 36610, e suoi derivati, e la procedura 1341 e 1371. Si aprirà in pochi secondi un mondo dal quale devono dissociarsi. Vorrei chiedere se, nel momento di peggior emergenza sanitaria in cui i cittadini non avevano la possibilità di movimento e di cura per le altre patologie, fosse giusto destinare tempo e risorse per eseguire interventi privati di nessuna urgenza come la cataratta. Questo solo nella mia specialità. Chissà il resto!
Vorrei chiedere se questo non possa predeterminare, una volta di più, il destino di avere la salute solo a pagamento contro la morte del sistema e dei cittadini che non avranno la possibilità di curarsi. Certo ora probabilmente si scaricheranno le responsabilità: il ministro al presidente, il presidente all’assessore. Il direttore generale al direttore sanitario, il direttore sanitario al primario. Il silenzio generale invece serve a far risparmiare alla regione il rimborso di quelle prestazioni che avrebbe dovuto dare alle strutture e che invece sono pagate in qualche modo dai cittadini. Gabbati due volte e complici di “conti in ordine” da esporre come trofei. Anche durante il periodo che passerà alla storia per la sofferenza umana.
E allora ricordo che dal 5 settembre 2019 al 26 gennaio 2021 è stato in carica il governo Conte II con coalizione di maggioranza M5S e Pd con ministro della Salute Roberto Speranza di LeU. Per il restante 2021, fino alle democratiche elezioni, il governo Draghi sempre con lo stesso ministro. Mentre in regione Lombardia il Presidente, nello periodo 20-21 è sempre stato Attilio Fontana, Lega, con Assessore della Salute prima Gallera e poi Moratti, che si candita ora alla presidenza, entrambi di Fi. Vedete voi se votarli. Perché a me non pare sia stato fatto nulla per controllare.
Ora vedremo, dopo che li invito a leggere questo mio scritto. Tutti i politici, vecchi e nuovi, nazionali o regionali, cosa diranno? Il ministro della Salute Schillaci? L’attuale assessore alla Sanità Bertolaso? Ma visto che la politica pensa alle prossime elezioni, non certo agli attuali cittadini e alle prossime generazioni, i direttori sanitari dove erano? I primari ospedalieri tutti d’accordo? I medici che hanno operato pazienti privati di cataratta mentre tutto intorno era bloccato dormivano sonni tranquilli? Nessuno si è opposto al silenzio della politica?
Ad esempio Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario di due strutture del Gruppo San Donato, il gruppo privato accreditato più potente in Lombardia che non ha risposto all’accesso agli atti, che si presenta nella lista civica a sostegno di Majorino Presidente, mi direbbe quante sono state le attività ambulatoriali e chirurgiche private durante gli anni 20 e 21? E’ ovvio che a lui non chiederei degli interventi di cataratta visto che il Galeazzi è una struttura a prevalente carattere ortopedico. Ma la specialità poco importa. E’ il concetto che conta. E poi lui, se volesse, potrebbe chiedere al collega del San Raffaele, stesso gruppo, lumi degli interventi di cataratta in solvenza. Io, piccolo essere onesto, non sono riuscito ad averli. Sicuramente tutti urgenti, Totò diceva: “ma mi faccia il piacere”! Secondo me migliaia. Ma non lo sapremo mai perché tra poco cambia la giunta e nessuno risponderà più a chi ha creduto nelle mie domande da porre.
Quindi ripeto io il concetto che sostengo da tempo. Ogni struttura pubblica o privata accreditata deve, durante i periodi di emergenza o nei periodi in cui le lista di attesa sono lunghe più della decenza a seconda della specialità, sospendere qualunque attività privata. Perché se Fontana e Moratti sono persone del periodo peggiore che la sanità pubblica regionale ha avuto, io credo nel cambiamento reale per la sanità, quindi credo in Majorino, unica novità di questa tornata elettorale. Perché a me non interessano i colori politici ma la salute dei cittadini tutti.
Credo però che lui debba porre una domanda a chi si autocandida, nel caso di vittoria, a ricoprire il ruolo di assessore alla sanità, un esponente come Fabrizio Pregliasco che è “servo” di chi la sanità pubblica ha ridotto in brandelli, la sanità privata accreditata. Avrebbe fatto meglio prima a dimettersi dal suo ruolo, se avesse avuto ideali così radicati per il bene comune, ma la poltrona… anzi, chissà che i vertici del gruppo capitanato da Angelino Alfano non lo abbiano anche spinto!
La domanda è semplice: ci indichi nelle strutture dove è direttore sanitario quanti sono stati gli interventi privati eseguiti nel 2020 e 2021. Spero di avere risposta immediata e spero che la risposta sia zero. Altrimenti chiedo a Fabrizio Pregliasco di rinunciare ad autocandidarsi all’assessorato alla salute nel caso di vittoria. Il conflitto di interessi è un cavallo di altre fazioni. E se decidesse di non voler rispondere basterebbe facesse un passo indietro. Lo stesso passo che dovrebbe fare, se fosse onesto, se avesse autorizzato e non vietato come direttore sanitario interventi privati all’interno delle strutture del gruppo San Donato che dirige, durante gli anni 2020 e 2021, come ha vietato, per motivi deontologicamente non comprensibili (non bastava un tampone molecolare negativo?), l’accesso a pazienti non vaccinati.
Perché la Lombardia e l’Italia hanno bisogno di nuove proposte. Non di vecchi fatti.
Destra e sinistra di uno stesso padrone. Il dio denaro. Giorgio Gaber diceva: basta.