La pressione alta rappresenta un rischio notevole per le malattie cardiovascolari, e oltre ad essere correlata a fattori psicologici, come ansia e depressione, potrebbe anche causare una predisposizione a una personalità più nevrotica. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista open access General Psychiatry, condotto dagli scienziati della Shanghai Jiao Tong University e dello Shanghai Center for Women and Children’s Health.
Il gruppo di ricerca, guidato da Lei Cai e Lin He, ha analizzato gli effetti sulla personalità della pressione arteriosa diastolica, il numero più basso che compare nella misurazione della pressione sanguigna. Il team ha considerato varianti genetiche e fattori di rischio legati all’ipertensione per valutare l’esistenza di una relazione causale tra i due. La pressione arteriosa, sostengono gli esperti, è associata per il 30-60 per cento a tratti genetici. Gli studiosi hanno raccolto informazioni da otto diversi set di dati, relativi al genoma estratto da campioni di sangue di persone di origine prevalentemente europea. I ricercatori hanno considerato tutti i tratti della pressione arteriosa (sistolica, diastolica, pressione del polso e ipertensione). Queste variabili sono state poi collegate a quattro stati psicologici: ansia, depressione, nervosismo e benessere soggettivo.
Stando a quanto emerge dall’indagine, la pressione diastolica poteva provocare effetti causali significativi sulla tendenza al nervosismo. Sebbene il lavoro presentasse alcuni limiti, i ricercatori sostengono che i risultati potrebbero essere estesi anche alle popolazioni non europee. La pressione sanguigna, commentano gli scienziati, collega il cervello e il cuore, quindi è plausibile che possa favorire lo sviluppo di determinati tratti della personalità. “Gli individui più nevrotici – scrivono gli autori – sono particolarmente sensibili alle critiche altrui e sperimentano facilmente ansia, rabbia, preoccupazione, ostilità, autocoscienza e depressione. La tendenza al nervosismo può portare a livelli elevati di stress mentale e aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari”. “Il nostro lavoro – concludono gli scienziati – evidenzia l’importanza di un’adeguata sorveglianza della pressione sanguigna. Il monitoraggio di questi parametri potrebbe essere utile per ridurre il rischio di nevrosi, di disturbi dell’umore e, in ultima analisi, delle malattie cardiovascolari”.