di Luca Pecoraro
Ognuno di noi ha una alta opinione di sé e delle proprie idee. Pertanto troviamo fastidiosa l’idea di essere stati presi in giro. Va detto però che più il ministro Carlo Nordio colleziona scivoloni più diventa difficile continuare a credere al caso e non maturare la convinzione che ci sia del dolo. Se l’unico modo che avesse trovato Giorgia Meloni per tenere a bada i suoi alleati di governo (particolarmente “sensibili” sul tema Giustizia) fosse quello di mettere in campo un qualcuno con l’unico scopo di fare dichiarazioni estreme di essere smentito subito dopo?
Di perseverare così tanto nell’errare da indurre perfino il sopito popolo italico a una presa di posizione, come fu per il famoso “decreto salvaladri”. Presa di posizione che fornirebbe un alibi perfetto per non attuare le riforme volute dal resto della compagine di governo. Nordio è la figura ideale per questo ruolo. Come insegna il dottor Piercamillo Davigo, i giudici “crescono” al riparo dalla ricerca del consenso e chi meglio di un ex giudice può incarnare il ruolo di bersaglio per il pubblico ludibrio.
Come scritto poco sopra, il volume di dichiarazioni inappropriate e smentite nel giro di un nulla è tale da lasciare almeno un dubbio. Nel caso, chapeau. Riflettendoci meglio, si tratta di dubbio o forse una disperata speranza?
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