“Cosa sta succedendo a Giorgia Meloni? Prima era solita rimproverare la Germania e l’Unione Europea. Ora sembra aver scoperto il suo amore per l’Europa”. Così scrive Der Spiegel nel suo articolo che annuncia la prima visita della premier a Berlino, dove oggi incontrerà il cancelliere Olaf Scholz: sul tavolo il sostegno all’Ucraina, la questione energetica, le norme sugli aiuti di Stato e il dossier migranti. Il settimana tedesco ironizza sulla svolta moderata di Meloni da quando è a Palazzo Chigi: al di là delle accezioni, diverse a seconda dell’orientamento politico del giornale, è un’analisi comune a tutta la stampa tedesca. L’agenzia di stampa Dpa sottolinea ad esempio la continuità tra l’azione della leader di Fratelli d’Italia e il suo predecessore a Palazzo Chigi Mario Draghi: “Meloni ha agito in modo meno radicale di quanto alcuni si aspettassero”. Un atteggiamento che viene lodato da Die Welt, quotidiano tradizionalmente conservatore: “Di una svolta a destra dell’Italia non si può proprio parlare. Ne devono prendere atto quelli che vedono in lei una quasi fascista“. Anche la “retorica antiteutonica” di diversi esponenti del governo e della stessa premier pare “ammutolita“.
Der Spiegel, che invece è tendenzialmente più vicino al centrosinistra, titola “Una postfascista alla cancelleria”. Il corrispondente da Roma Frank Hornig si chiede se Giorgia Meloni “potrà sorprendere durante la sua visita a Berlino”. L’effetto sorpresa deriva dallo scetticismo con cui è stata accolta in Germania la vittoria di Meloni alle elezioni dello scorso settembre. “Si temeva il caos economico, un corso duro contro i migranti e nuovi disordini nei confronti di Bruxelles. Nei suoi primi 100 giorni, però, la Meloni ha agito in modo meno radicale di quanto alcuni si aspettassero”, scrive la Dpa, in un’analisi ripresa da diversi quotidiani, come la Faz e la Suddeutsche Zeitung.
E nello stesso articolo dell’agenzia di stampa tedesca viene sottolineata anche la continuità con il precedente governo: “Finora non c’è stata alcuna rottura evidente nella politica estera italiana, nemmeno per quanto riguarda l’Ucraina”, afferma l’esperta di politica estera Spd Nils Schmid, sentita dai giornali del gruppo media Funke. Intervistato anche Anton Hofreiter (Verdi), che afferma: “Meloni è ancora il rappresentante di un partito post-fascista che prende posizioni di estrema destra”. Per l’esperto di politica estera dell’Unione Jürgen Hardt, invece, su Ue, stato di diritto e Ucraina “bisogna affermare che il governo italiano ha soddisfatto le aspettative dei suoi partner”, dice ai giornali Funke.
Per Handelsblatt, il principale quotidiano economico tedesco, la visita di Meloni a Scholz rischia di tradursi in “un esercizio di equilibrio diplomatico“. L’articolo ricorda la vicinanza della premier all’Ungheria e gli attacchi che prima e durante l’ultima campagna elettorale aveva rivolto alla Germania. Ma, sottolinea Handelsblatt, questa musica non si è più sentita “da quando Meloni si è trasferita a Palazzo Chigi”. “Il governo della Meloni, composto dai suoi post-fascisti di Fratelli d’Italia, la Lega di destra e il partito conservatore di Forza Italia, è rimasto sostanzialmente in linea con il governo precedente, in particolare per quanto riguarda la politica estera e di bilancio”, evidenzia il quotidiano. “La politica di Meloni è molto più realistica di quanto ci si sarebbe attesi, e su molti temi c’è una grande continuità con Mario Draghi“, si legge nell’articolo.
Un’analisi condivisa appunto anche da Die Welt, che scrive: “Meloni è meglio della sua fama“. “Il governo italiano guarda chiaramente a destra. Eppure diversamente da come le viene rimproverato dai critici, Giorgia Meloni non ha portato il fascismo in Italia. Al contrario, sui temi importanti, l’Italia si mantiene al centro“, si legge nel sommario. Nell’articolo si sottolinea che “di una svolta a destra dell’Italia non si può proprio parlare. Ne devono prendere atto quelli che vedono in lei una quasi fascista”.