Visto che la maggior parte dei grandi Comuni ha detto “No, grazie” all’ipotesi di stralciare le multe e i crediti Imu che hanno bilancio, il governo allarga le maglie per tutti gli altri. E con un emendamento al decreto Milleproroghe da un lato rinvia da fine gennaio al 31 marzo il termine entro il quale gli enti locali possono decidere di non aderire allo stralcio parziale, dall’altro consente di procedere con la cancellazione “integrale“. La manovra, al contrario, aveva disposto che nel caso delle contravvenzioni e altri tributi comunali il condono sui debiti affidati all’agente della riscossione fino al 31 dicembre 2015 si applicasse solo a sanzioni e interessi di mora e non al capitale e al rimborso delle spese per le procedure esecutive.
L’impatto sulle entrate da riscossione ruoli viene stimato in 96,9 milioni, 32,6 sulle entrate attese dalla rottamazione ter e 64,3 dalla riscossione ordinaria, a cui si aggiungono 2,21 milioni dal recupero della quota a copertura degli oneri per il mancato aggio di riscossione e 55 milioni per i rimborsi delle spese delle procedure esecutive e i diritti di notifica.
Ma la relazione tecnica ammette che visto che una parte degli Enti locali, “anche di considerevole rilevanza, ha già manifestato l’intenzione di non aderire all’annullamento parziale” e che “è ragionevole attendersi che solo una parte degli Enti aderiranno all’annullamento integrale, l’impatto potrebbe ridursi di almeno il 50% di quanto stimato, senza che venga meno il carattere prudenziale della stima”. Per questo motivo l’impatto sulle entrate da riscossione ruoli viene stimato in 48,5 milioni (di cui 16,3 su rottamazione ter e 32,2 su riscossione ordinaria) a cui si aggiungono 1,11 milioni per il mancato aggio di riscossione e 27,5 milioni per le spese delle procedure esecutive e i diritti di notifica.