Speciale Sanremo 2023

Sanremo 2023, Gianluca Grignani a FqMagazine: “Sul palco mi sento nudo e a mio agio. Ho scelto Arisa per Destinazione Paradiso perché è David Bowie al femminile”

Il cantautore torna sul palco del Teatro Ariston dopo averlo calcato per 6 volte in gara e 2 volte in qualità di ospite. Grignani sta lavorando a ben tre album e “Quando ti manca il fiato” è il primo tassello del nuovo percorso artistico. A 50 anni Grignani traccia a FqMagazine un piccolo bilancio della sua vita: “Solo sul palco ricevo tutto l'amore che do”

di Andrea Conti

Stavolta c’è la canzone e c’è anche Gianluca Grignani. Il cantautore torna al Teatro Ariston di Sanremo con “Quando ti manca il fiato”. Una lettera aperta di un figlio ad un padre che non vede più dall’età di 18 anni, quando i genitori si sono separati. Ma non c’è rancore, solo consapevolezza, maturità e una certezza: “Io sono un padre che sa abbracciare e dire ti voglio bene”.

Hai vinto le Nuove Proposte nel 1995, hai partecipato 5 volte da Big e 2 volte come ospite. Cosa ti ha spinto a tornare quest’anno?
I Sanremo che ho fatto in passato spesso mi erano stati ‘imposti’ per motivi contrattuali. Per questo ho spesso avuto un rapporto conflittuale con la manifestazione. Anche quando andai nel 1995 con ‘Destinazione Paradiso‘ e vinsi Sanremo Giovani. Credo che sia stato il karma a volere che fossi qui quest’anno. Libero, indipendente e con una canzone importante.

Perché parli di karma?
Perché è vero. Negli ultimi anni comunque ho suonato e ultimamente ho sentito davvero l’affetto per il pubblico. Ho maggiore consapevolezza di me stesso, sono più onesto e lo sono rimasto nonostante successo, soldi e quanto di più effimero esista. Ecco perché questa canzone è arrivata nel momento più giusto.

Quando nasce “Quando ti manca il fiato”?
Dieci anni fa. Ero in montagna con mio padre, ci eravamo rivisti dopo tantissimi anni. Lui vive in Ungheria, mi ha lasciato quando avevo 18 anni. In maniera brusca. Le ferite si sono rimarginate ma lui mi ha chiesto: ‘Tu verrai al mio funerale, Gianluca?’. Ho scritto di istinto le parole, la melodia…

Hai messo in versi il tuo rapporto con papà?
Non solo. Ho raccontato il rapporto vissuto come figlio, ma a mia volta come padre coi miei quattro ragazzi. Una vita lontana da un figlio, per un padre è una vita fatta di sensi di colpa. Non ho giudicato mio papà, specie quando mi sono separato (nel 202o, ndr) dalla mia compagna. C’è stato un cambiamento familiare molto grosso. Credo di raccontare anche un po’ me stesso, quando nessuno mi ha insegnato cosa fosse giusto o sbagliato.

Che padre sei?
So dire ti voglio bene quando, ad esempio, coi miei genitori non ce lo dicevamo. Credo sia una grande conquista e una cosa molto importante. I tempi sono anche cambiati, oggi c’è una visione dell’amore più potente.

Il 17 gennaio Ginevra è diventata maggiorenne. Cosa le hai augurato?
È stata una cosa strana mi sono sentito in un frullatore. Sono molto felice e soddisfatto di come è venuta su. È una ragazza non solo brava, ma anche libera.

Cosa ti ha spinto a non mollare la musica?
L’affetto incondizionato del pubblico che c’è sempre stato in questi anni. Mi sento nudo sul palco, ma sono a mio agio. Quando scendo dalla scena invece non mi sento a mio agio nella normale comunicazione tra esseri umani. Oggi so gestire bene questa cosa, ma qualche anno fa per me non è stato facile.

Perché non è stato facile?
Chissà forse perché ho un vocabolario dislessico (ride; ndr). Ho sempre avuto in testa tantissime idee che non riuscivo ad esprimere, quindi non mi sentivo in pace con me stesso. Però quando salivo sul palco sentivo che ricevevo quello che, in qualche modo, davo io.

Chiudiamo con la cover che canterai a Sanremo con Arisa. Perché “Destinazione Paradiso”?
Perché ho la fortuna di avere nel mio repertorio una canzone che è entrata nella storia. Arisa è la cantante più eclettica che abbiamo mai avuto nel panorama italiano, la amo follemente. Anche la sua voce è espressione della sua persona, eclettica. Ci sono artisti e ci sono interpreti, lei è un’Artista e un’Interprete con le maiuscole. Tutto quello che fa, è parte della sua personalità artistica, non so quanto se ne renda conto ma riesce a trasmettere emozioni così forti da muovere gli animi e il pensiero della società. Mi ricorda molto, in questo senso, un David Bowie femminile.

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