Parla la donna che nel 2000, ricevette, inizialmente senza saperlo, il midollo osseo di Fabrizio Frizzi indispensabile per salvarle la vita
“Quando è scomparso nel 2018, se n’è andato via un pezzo del mio cuore. Gli sarò per sempre grata”. A parlare è Valeria Favorito, che il 21 maggio del 2000 ha ricevuto, con un trapianto, il midollo osseo di Fabrizio Frizzi. Alla Favorito venne diagnosticata all’età di 11 anni la leucemia mieloide acuta. I medici le diedero un’aspettativa di vita molto bassa, si parlava addirittura di pochi giorni, perché malgrado la chemioterapia le cellule tumorali continuavano a generarsi. L’unica speranza era il trapianto. “Era stato trovato, a livello internazionale, l’unico donatore compatibile con me, ma si continuava a rinviare la data dell’intervento, fino al 21 maggio” racconta a Fanpage, “[…] per la legge della privacy non sapevo nulla tranne che era un uomo, aveva 41 anni e viveva a Roma. A me bastava così, sarei stata grata tutta la vita a quel donatore. Per me era come un fratello”.
Tre anni dopo l’intervento, Valeria volle ringraziare il donatore: “Per una legge del 2003 non potevo avere i suoi dati, ma potevo mandargli una lettera anonima. Ho ricevuto una lettera di risposta, era scritta al computer. La firma era cancellata, mi accorsi che si riusciva a leggere il nome e ho avuto la conferma che era Fabrizio“. Quindi l’incontro nel 2006: “Ci siamo abbracciati. È stato il giorno più bello della mia vita“. Quando il conduttore è venuto a mancare, è stato un grande dolore anche per Favorito: “È stato come se avessi perso una parte di me. Una parte del mio cuore se n’è andato via con lui. Anche se non ci siamo visti spesso c’era sempre con un messaggio affettuoso, con una telefonata. Ogni 21 maggio, che era il nostro anniversario, si ricordava di farmi gli auguri. La data del trapianto è importante per noi, perché è come se rinascessimo una seconda volta. Anche quando mi sono ammalata la seconda volta è corso a trovarmi in ospedale, era dispiaciuto ma anche arrabbiato per il destino”. Un destino che poi ha tirato anche a lui un colpo decisamente basso.