“Non ne possiamo più di lavori gratuiti o mal pagati, di sfruttamento spacciato per esperienza di volontariato”. Con queste parole oggi pomeriggio, venerdì 3 febbraio, davanti al Museo del Mare si sono dati appuntamento i giovani dell’associazione Genova che Osa. Il Galata Museo del Mare, in particolare per quanto riguarda il percorso “Memoria e Migrazioni”, è un punto di riferimento nazionale per il rigore scientifico della raccolta di dati sull’emigrazione italiana e sui percorsi immersivi e divulgativi che ha saputo strutturare negli anni: “Eppure – denunciano i manifestanti – per la ricerca di un esperto bilingue con competenze linguistiche da impiegare sei mesi per quattro giorni alla settimana nell’ambito di ricerca archivistiche, il Comune di Genova ha aperto un bando che non prevede compenso“. L’ennesima “offerta” di lavoro gratis, denunciano, mascherata come “volontariato”, ma in questo caso proposta da un’istituzione pubblica.
Se, dal canto suo, il sindaco rivendica di aver fatto assumere negli ultimi anni otto funzionari per i plessi museali cittadini, quello della ricerca di volontari per ricoprire mansioni professionali non è un caso isolato. Lo stesso Galata Museo del Mare in passato ha già impiegato per un anno come archivisti due volontari, spazi verdi e giardini pubblici sono spesso aperti e chiusi da volontari ma, soprattutto, per la gestione degli eventi più grandi viene fatto (o tentato) vasto reclutamento di volontari. È il caso di “Genova Jeans”, iniziativa per la quale le istituzioni spesero talmente tanti soldi da interessare la Corte dei Conti, ma non ne trovarono per pagare gli “accompagnatori” per i visitatori, che avrebbero dovuto lavorare gratuitamente. Il flop dell’evento non rese necessario l’impiego di questi volontari, ma l’imminente Ocean Race, iniziativa sulla quale il Comune sta dedicando enormi energie, prevede un altro reclutamento di volontari, e altre polemiche: “Abbiamo fatto un accesso civico per avere i dati sui soldi che verranno spesi per l’iniziativa – dice Amanda Pederzolli di Genova che Osa – quello di oggi è solo il primo appuntamento di una campagna contro il lavoro gratuito e quello cattivo e malpagato, entrambi sempre più diffusi in città”.
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