Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha detto che vuole punire gli abusi nelle intercettazioni? E pure il sindacato dei magistrati è d’accordo. “Gli abusi li vogliamo colpire anche noi, ma diteci quali sono gli abusi”, ha detto Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, riferendo al Comitato direttivo centrale dell’associazione il contenuto di un’audizione svolta a gennaio davanti alla Commissione giustizia del Senato sulle intercettazioni.

“Ho difficoltà – ha aggiunto – a qualificare quando i costi siano eccessivi. Le intercettazioni dei latitanti che proseguono per anni e anni credo siano una dimostrazione di quanto un discorso meramente economicista sia errato”, inoltre la normativa le prevede per un elenco di reati gravi ed è “difficile individuare quali possono essere tolti dall’elenco. Sotto il profilo dei presidi affinché il materiale irrilevante non vada fuori c’è stata una legge, chiediamo che ci vengano detto quali carenza la legge ha mostrato sul campo prima di mettere mano a una nuova riforma sulla base di ciò che magari avveniva in passato”. Il presidente del sindacato delle toghe ha sottolineato come sia “molto sentito il tema del terzo coinvolto nelle intercettazioni che viene poi esposto sui giornali, parliamo di terzi noti all’opinione pubblica, ha fatto presente che la riforma c’è stata e ho chiesto di dirci dove sono le falle”.

Nell’apertura della riunione, Santalucia ha passato in rassegna gli altri punti anticipati da Nordio nei suoi interventi in parlamento. “Intercettazioni, abuso d’ufficio, separazione delle carriere: un canovaccio vecchio, si tratta sempre dei rapporti tra giustizia, politica e amministrazione. Vorremmo uscire da questo cono che ci costringe a una lotta che non vogliamo fare”, ha detto il presidente dell’Anm. “Il ministro annuncia molte riforme ma ad oggi nulla di concreto sembra esserci”, ha detto Santalucia, aggiungendo che “non capisco l’abuso d’ufficio come si possa ulteriormente modificare se non eliminandolo, non vorremmo ancora continuare a parlare di reati contro la pubblica amministrazione come se fosse il centro del mondo. Vorremmo parlare di giustizia e di efficienza, che sono anche gli obblighi del Pnrr. La priorità per noi è l’attenzione all’organizzazione e all’attuazione delle riforme prima di metterne in cantiere altre”.

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