I dati relativi alla vendita dei libri, realizzati in collaborazione con Nielsen BookScan e diffusi dall’Associazione Italiana Editori (AIE) alla giornata conclusiva del XL Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, sono stati pubblicati da quotidiani e periodici. Personalmente, desidero concentrarmi sui numeri relativi agli ebook.
Secondo AIE il mercato della varia – che raccoglie saggi, opere letterarie, narrativa, storia e documentazioni, manualistica – vale 1,775 miliardi di euro, in calo del 2,5% rispetto al 2021. In questo scenario gli audiolibri registrano una crescita del 4,2% passando da 24 milioni di euro (valore degli abbonamenti) del 2021 ai 25 nel 2022, mentre gli ebook passano da 86 milioni di euro a 79, con una flessione dell’8%. In calo anche il numero degli ebook pubblicati: il dato provvisorio è di 35.200 novità nel 2022, una diminuzione del 28,6% rispetto al 2021 (49.313) e del 27,8% rispetto al 2019 (48.763).
Ma questi numeri tengono conto di tutte le variabili, ad esempio del self publishing, o si limitano ad accorpare i dati di vendita comunicati dagli editori, dalla GDO e dai negozi online?
Per saperne di più ho cercato di raccogliere informazioni tra le più importanti aziende che operano in questo ambito. Amazon ha sempre la bocca chiusa, Kobo e Youcanprint vogliono verificare bene i numeri, mentre Giacomo D’Angelo, ceo di StreetLib, non ha problemi a spiegare cosa pensa dei dati diffusi da AIE. Forse non tutti sanno che StreetLib opera a livello mondiale ed è arrivata in Italia nel 2016 grazie all’acquisizione di Simplicissimus Book Farm, una casa editrice italiana attiva nel settore dell’editoria elettronica, fondata da Antonio Tombolini nel 2006.
Secondo D’Angelo gli editori italiani continuano a trattare l’ebook come il cugino sfortunato del libro cartaceo: infatti, sia nel 2021 che nel 2022, tantissimi editori ancora non hanno pubblicato la versione ebook in contemporanea al cartaceo. I numeri parlano da soli: 75mila novità in cartaceo e 35mila novità in ebook, quindi circa la metà delle nuove pubblicazioni non ha la versione digitale. Superata la parentesi pandemica, si sono dimenticati nuovamente degli ebook. Il calo delle vendite in Italia, e non solo, riflette un problema di offerta e non di domanda.
L’analisi di D’Angelo è molto severa: tantissimi editori italiani si limitano a distribuire i loro ebook solo sugli store principali quali Amazon, Apple, Google e Kobo, adottando il “menù à la carte”. Sono ancora chiusi nei confronti di nuovi modelli, come ad esempio quelli con abbonamento, in costante aumento di popolarità, e di nuove opportunità di mercato in altre aree geografiche. Solo recentemente hanno aderito al prestito digitale con MLOL. Inoltre, gli editori italiani spesso dimenticano che il mercato digitale è globale per definizione, i bit non consumano carburante per viaggiare, e ci sono oltre 12 milioni di italiani che vivono all’estero.
Vale la pena ricordare che MLOL è la prima rete italiana di biblioteche pubbliche, accademiche e scolastiche per il prestito digitale. Ad oggi le biblioteche aderenti sono oltre 6.500 in 20 regioni italiane e 10 paesi stranieri. Per utilizzare MediaLibraryOnLine è necessario essere iscritti in una delle biblioteche aderenti.
In estrema sintesi, secondo D’Angelo, i numeri in calo sono la diretta conseguenza dell’atteggiamento di “poca apertura” degli editori nei confronti degli ebook e delle nuove opportunità offerte dal digitale, ad esempio nuovi business model, nuove geografie e nuove audience di lettura. Ma il responsabile di StreetLib è ottimista perché stiamo attraversando un periodo di grande cambiamento e anche il mondo editoriale italiano dovrà pian piano aprirsi necessariamente a tali opportunità come è già avvenuto negli altri Paesi europei e oltreoceano.