La cattiva notizia è che il malessere è piuttosto fastidioso e non esistono farmaci specifici, se non quelli sintomatici; quella buona è che il disturbo si esaurisce di solito in pochi giorni e che la dieta può essere di grande aiuto
Diarrea, dolori addominali, nausea e/o vomito, magari anche febbre: se vi riconoscete in questi sintomi significa che vi ha colpito un virus (come il rotavirus o il norovirus), provocando un’antipatica influenza gastrointestinale – per la precisione, in medicina si parla di gastroenterite virale. La cattiva notizia è che il malessere è piuttosto fastidioso e non esistono farmaci specifici, se non quelli sintomatici; quella buona è che il disturbo si esaurisce di solito in pochi giorni e che la dieta può essere di grande aiuto. Se però il problema si prolunga molto e il malessere si acuisce, urge chiamare il medico. “Soprattutto per bambini, anziani e cardiopatici le problematiche più importanti sono la disidratazione e lo scompenso di minerali, potassio in particolare”, spiega il dottor Paolo Pigozzi, nutrizionista e fitoterapeuta. “In presenza di forte diarrea diventa difficile reintegrare da soli i liquidi e i minerali, e occorre dunque l’intervento medico”. Per un normale decorso bastano invece semplici accorgimenti.
Le quattro tappe
1. Idratarsi. Tre-cinque scariche di diarrea acquosa al giorno, magari associate anche a vomito, comportano una perdita notevole di liquidi e minerali, che è necessario reintegrare con cura. La sola acqua non basta, avverte Pigozzi, servono come minimo delle tisane. Ma per un’azione più incisiva ci vuole il brodo vegetale a base di carota, zucca o sedano. “I brodi devono essere filtrati, per evitare di assumere fibre in questa prima fase. Il sedano può essere anche bollito a pezzi grossi e filtrato”. Così si consuma il solo liquido, ricco di minerali. “Ottimo anche il succo di mela limpido e bio, che contiene molti minerali, tra cui il potassio, e zuccheri”. Da evitare invece la caffeina, che sollecita l’intestino, e gli alcolici, che possono peggiorare la situazione.
2. Dieta liquida. “Nella fase acuta è bene non assumere cibi solidi ed evitare le fibre: l’organismo non le accetterebbe e la situazione di squilibrio si prolungherebbe”, avverte il medico. Oltre alle bevande indicate, si possono consumare centrifugati di frutta e verdura, che sono privati delle fibre, o yogurt. “Grazie alla fermentazione cui è sottoposto, questo alimento ha caratteristiche interessanti rispetto ai semplici latticini. Privo di fibre, ha fermenti, proteine e carboidrati di pronto impiego, ideale quindi in una situazione di emergenza come questa”, specifica Pigozzi. Lo yogurt va però diluito con succo di mela o centrifugati di carote, da intiepidire per evitare di consumare cibi freddi che darebbero fastidio (il latticino non va però scaldato). Dopo 20-24 ore dall’ultima scarica si può cominciare ad assumere gradualmente cibi solidi.
3. Alimenti giusti. Per il momento è bene accantonare cavoli, carciofi, cipolle, sedano e legumi, in quanto ricchi di fibre, e fare a meno di salse, spezie e cibi grassi. Riso bianco, carote cotte e mele crude sono adeguati, ideali anche in una prima fase se le feci sono solo morbide e non acquose. Bene anche le banane – per la presenza di amido resistente, che aiuta a proteggere la mucosa intestinale – pane bianco tostato e patate al vapore.
4. Probiotici. “I fermenti sono di aiuto per ridare stabilità al microbiota, ma vanno assunti prima di tutto tramite gli alimenti”, spiega Pigozzi, che suggerisce di utilizzare il miso per la sua ricchezza di fermenti: ½ cucchiaino per tazza da diluire in poco brodo o acqua caldi. “I probiotici possono essere aggiunti già in fase acuta, largheggiando un po’ rispetto ai soliti dosaggi (2 capsule invece dell’unica consigliata quotidianamente) così da cercare di risolvere rapidamente il problema”.
In pratica
Crema di riso integrale del dottor Berrino
“Alla fine della fase acuta, per restituire la normalità intestinale e riequilibrare il microbiota si possono mangiare fiocchi di avena ben cotti o la crema di riso integrale”, spiega il medico. La crema, che è antinfiammatoria, grazie alla lunga cottura viene privata delle fibre. Si prepara mettendo in pentola a pressione 1 tazza di riso, 7 tazze di acqua e poco sale marino integrale. La cottura avviene in 2 ore a fuoco dolcissimo. Alla fine il riso va passato nel passaverdura finché non diventa una crema.
Infusi e decotti
Il classico infuso di camomilla aiuta a ridare liquidi e a calmare i crampi addominali; il decotto di mirtillo nero è un buon antidiarroico. Si prepara bollendo 1 cucchiaio di frutti essiccati (si acquistano in erboristeria) in 150 ml di acqua per 10 minuti. Alla fine filtrare e bere più volte al giorno.