Tre processi di violenza contro una o più donne, tre sentenze di non luogo a procedere perché gli imputati sono irreperibili e per effetto della legge Cartabia non si può procedere se l’imputato non sa di essere sotto processo. È Il Messaggero che riporta in prima pagina la cronaca della giornata di ieri nel Tribunale di Roma dove lo stesso giudice ha dovuto “chiudere” i procedimenti in base alle nuove norme. Procedimenti che potranno riprendere – se nel frattempo la prescrizione non sarà intervenuta – solo nel caso gli imputati siano rintracciati.
Tre storie diverse. ma con un’unica matrice di violenza. Tentato stupro, violenza privata, atti osceni in luoghi pubblici frequentati da minori, maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate, i reati su cui il magistrato avrebbe dovuto esprimersi. Nel primo procedimento l’imputato era un cittadino romeno di 67 anni che, come racconta il quotidiano, ha aggredito sessualmente nell’arco di quattro giorni due donne dipendenti di un centro estetico. Il mese successivo l’assalto a un’altra donna salvata dall’intervento di un passante. L’uomo era stato anche denunciato per atti osceni in luoghi pubblici “abitualmente frequentati da minori, come pub, giardini e panchine”. L’uomo però non è stato rintracciato e solo se verrà individuato, prima che scatti la prescrizione dei reati che sono stati commessi nel 2019, il procedimento verrà riaperto.
Un altro imputato irreperibile e per cui quindi il processo non è andato avanti è un uomo di 49 anni, di origine kosovara, accusato di tentata violenza sessuale nei confronti di una sua dipendente. Sempre nel 2019 l’umo aveva seguito la donna al bagno, si era spogliato e l’aveva afferrata. La donna aveva reagito ed era scampata all’abuso. A un 44enne fiorentino venivano contestati invece i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate per aver, secondo l’ipotesi accusatoria, picchiato, minacciato e umiliato la sua compagna e il figlio di 11 anni di lei. “Non vali niente. Tanto ti trovo e ti taglio tutta. Ti ammazzo se chiami l’ambulanza, comunque ti trovo e ti ammazzo”. Con la riforma Cartabia “il giudice pronuncia sentenza inappellabile di non doversi procedere per mancata conoscenza della pendenza del processo da parte dell’imputato” e i termini di prescrizione non vengono congelati come avveniva prima dell’entrata in vigore della riforma.