L'ex procuratore capo di Torino, esperto di terrorismo interno, criminalità organizzata e mafia e di terrorismo internazionale, definisce "una storia incredibile" la divulgazione della relazione del Dap. "La 'limitata divulgazione' rientra in una categoria di riservatezza"
“Il 41bis? È uno degli strumento per la difesa dello Stato. È sbagliato parlare di carcere duro, che sembra Guantanámo. Nasce per impedire i collegamenti per detenuti appartenenti a un’organizzazione e la mafia. Significa attrezzarsi in maniera tale da interrompere questo flusso, tanto da agevolare la collaborazione. E non è vero che sia incostituzionale. Dove sta nel 41bis la violenza fisica o piscologica? È del tutto ovvio che bisogna prestare il massimo dell’attenziona alla vita in carcere” . Questa la riflessione di Armando Spataro ospite di Mezz’ora in più su Rai3. Un’opinione tecnica quella del magistrato ora in pensione che ha chiuso la sua carriera da procuratore capo di Torino, ma nel corso della quasi quarantennale carriera, ha sempre lavorato alla Procura di Milano dove si è occupato di terrorismo interno, di criminalità organizzata e mafia e di terrorismo internazionale.
Spataro offre anche la sua lettura sulla polemica innescata sulla diffusione di informazioni riservate da parte del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, al compagno di partito Giovanni Donzelli, che le ha usate durante un intervento in Parlamento. “La classifica di segretezza è disciplinata dalla legge 124 del 2007 sul segreto di Stato, prevede quattro categorie di documenti: segretissimo, segreto, riservatissimo, riservato. Siccome non c’è nessuna di queste classifiche – ne deduce il ministro – si può diffondere. Questo è sbagliato. Intanto perché c’era scritto ‘limitata divulgazione’ e a mio avviso – sostiene Spataro – rientra in una categoria di riservatezza. A un invito cogente”. Per l’ex procuratore la divulgazione della relazione del Dap su Cospito da parte del vicepresidente del Copasir Donzelli e del sottosegretario alla Giustizia Delmastro è “una storia che ha dell’incredibile”.
“Il sottosegretario che riceve rapporti riservati deve usare solo per compiti istituzionali le informazioni ricevute per ragioni d’ufficio. “Qui abbiamo la divulgazione pubblica di un documento, con una chiara finalità politica: si arriva ad accusare dei parlamentari di aver prestato attenzione ed essere sullo stesso modo di pensare di mafiosi e terroristi”, ricorda Spataro, ma “c’è un diritto-dovere dei parlamentari di andare in carcere. E anche la Corte Costituzionale è andata in carcere, per aprirsi al carcere. L’ex presidente della Consulta Onida ha visitato anche detenuti al 41bis. Allora di che stiamo parlando?“. “Chi non visita le carceri è inutile che ne parli, bisogna visitarle per capire. “Quanto alle dimissioni – conclude – si tratta di scelte politiche e in Italia mi sembra sia abbastanza raro che qualche politico si dimetta. È una questione di opportunità e di sensibilità politica”.
Spataro, già capo dei pm di Torino, conosce bene la galassia anarchica. “Non è il terrorismo delle Brigate Rosse, non abbiamo a che fare con strutture organizzate, chi uccide, chi fa le rapine per finanziarsi. Abbiamo a che fare però con un’area di sostenitori e attori di violenza politicamente motivati che sa aggiornarsi e sa affascinare. Abbiamo temi in Italia come la Tav, i centri per migranti, l’ambiente: sono capaci di captare sensibilità su temi importanti scendendo in campo con bombe e anche ferendo le persone. Esiste un rischio di sicurezza ed esiste un dovere di difesa dello Stato. E non è affatto vero che il 41bis sia contro la Costituzione. Non possiamo trascurare la galassia di attentati che si sono verificati in tutta Europa e anche fuori”.