Una staffetta in sette tappe e in altrettante località che ospiteranno le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 partirà il 7 febbraio da Verona. È promossa dall’associazione Libera, che si batte contro la mafia, e da alcune associazioni ambientaliste, come Cipra Italia, Italia Nostra, Legambiente, Mountain Wilderness e WWF. L’iniziativa vuole innanzitutto sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto al rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nei grandi affari e nei lavori che sono in corso per preparare le infrastrutture, l’ospitalità e l’accessibilità ai luoghi delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. In secondo luogo gli incontri e i dibattiti testimonieranno la preoccupazione di un saccheggio della montagna, nel nome di un evento sportivo di portata planetaria che movimenterà grandi volumi di denaro. Lo testimonia il solo fatto che siano state progettate opere pubbliche che sfiorano già adesso i tre miliardi di euro.

La staffetta chiede Olimpiadi invernali “trasparenti, rispettose e responsabili” e toccherà sette località nelle tre regioni interessate alle manifestazioni, il Veneto, il Trentino-Alto Adige e la Lombardia. Inizio a Verona il 7 febbraio (“Le mafie nel Nord Italia”). Seguiranno le tappe di Belluno (“La trasparenza amministrativa”, 13 febbraio), Cortina d’Ampezzo (“Le opere invasive”, 17 febbraio), Valdaora (“La mobilità e la viabilità”, 18 febbraio), Bormio (“Il turismo invernale”), Cavalese (“Il consumo di suolo”, 10 marzo). Appuntamento finale il 21 marzo a Milano, in occasione della manifestazione nazionale della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che avrà quale slogan “E’ possibile”.

“L’Italia avrà i riflettori del mondo intero puntati addosso e sarà indispensabile garantire la trasparenza, il rispetto e la responsabilità, nel nome della buona riuscita dei Giochi stessi” scrivono i promotori. “Non si tratta di una iniziativa contro lo sport e il grande evento, si riprendono invece le preoccupazioni avanzate dalle Corti dei Conti del Veneto e Lombardia dopo aver valutato i bilanci delle società costituite. I giudici chiedono agli amministratori regionali attenzione riguardo alla possibilità che organizzazioni di stampo mafioso, ben presenti nel Nord Italia, si infiltrino nelle gare di appalto e subappalti delle opere olimpiche (oltre 4 miliardi il totale)”.

Si tratterà anche di una manifestazione di denuncia: “Al momento si è in presenza di alcune proposte progettuali spesso difformi da quelle contenute nel dossier di candidatura olimpica. Molte opere sono impattanti ed a forte consumo di suolo, con costi a carico dei bilanci pubblici che continuano a lievitare”. Si guarderà alla fragilità del territorio. “I meravigliosi panorami imbiancati sono un ecosistema delicato che va preservato dall’aggressività delle attività antropiche e dalle infiltrazioni mafiose, soprattutto in occasione di competizioni che richiedono strutture di accoglienza di grandi dimensioni, fortemente energivore, che non favoriscono un ruolo attivo delle comunità locali. Anche le politiche di gestione dei rifiuti e degli spostamenti di sportivi e pubblico, così come la scelta dei materiali per gli approvvigionamenti e per le costruzioni, sono elementi di sviluppo da osservare con attenzione, con l’obiettivo di preservare legalità, ambiente e comunità locali”. La partecipazione diffusa e la trasparenza sono i primi argini contro le speculazioni e l’illecito, ma non sembra che finora la conoscenza dei progetti sia stata resa possibile. Lunedì 6 febbraio mancheranno tre anni all’inizio delle Olimpiadi. È una vera corsa contro il tempo da parte degli organizzatori. I sindaci di Milano e Cortina, Giuseppe Sala e Gianluca Lorenzi, hanno deciso di celebrare la data con un alzabandiera simultaneo che avverrà alle 10 davanti alle due sedi municipali.

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