Mentre i pm indagano sulla cosiddetta “profezia” sull’arresto di Matteo Messina Denaro, La Repubblica a firma di Lirio Abbate – ricorda come Salvatore Baiardo (di fatto portavoce del boss Giuseppe Graviano) 11 anni fa avrebbe contattato Silvio Berlusconi per un incontro. Un contatto a cui il leader di Forza Italia non avrebbe dato né risposta, né seguito. A quel tempo, come ricostruisce il quotidiano, il boss di Brancaccio “nelle aule dei processi per le stragi lanciava messaggi ad alcuni politici con i quali avrebbe avuto contatti facendo mezze dichiarazioni davanti ai giudici”. Sul quel contatto cercato indaga da due anni la Dda di Firenze (che ha iscritto Dell’Utri e Berlusconi nell’ambito dell’indagine sulla strage dei Geogofili, ndr), e tra le certezze c’è che ad ascoltare Baiardo sia stato Paolo Berlusconi. A portare Baiardo verso Berlusconi la richiesta – come ha detto agli inquirenti – di un impiego, un posto di lavoro. Baiardo è stato interrogato quattro volte, ma non ha soddisfatto i quesiti dei pm, né lo ha fatto Paolo Berlusconi che ha scelto il silenzio perché fratello di un indagato. Baiardo, condannato per il favoreggiamento dei boss stragisti e anche per falso e calunnia, potrebbe essere nuovamente quindi il portavoce di Graviano, in questa nuova stagione che poi ha portato all’arresto di Matteo Messina Denaro. Anche il boss di Brancaccio, condannato per le stragi, non si è mai pentito di quello che ha fatto, né ha collaborato.
A conferma dell’incontro tra Baiardo e Berlusconi jr la testimonianza – nell’estate del 2020 – di un agente in servizio al reparto scorte della Questura di Milano. Il poliziotto ha confermato che nel 2011 il fratello del premier incontrò, nel capoluogo lomnardo, Baiardo riconoscendone la foto. Paolo Berlusconi avrebbe poi detto all’agente: “Tu sei testimone: questa persona – indicando Baiardo – è venuta a dire cose che riguardano mio fratello per screditarlo”. Anche un altro poliziotto è stato sentito dagli inquirenti fiorentini, nel luglio del 2020. L’agente ha riferito di aver visto Baiardo, in via Santa Maria Segreta e in via Negri a Milano, e ricorda che chiedeva di parlare con Paolo Berlusconi “per questioni inerenti il fratello Silvio”. Nell’articolo de La Repubblica si ricorda che nei mesi precedenti, sempre nel 2011, ai pm che gli chiedevano dei contatti con la politica Graviano replicav: “Sulla politica mi avvalgo della facoltà di non rispondere”. Una posizione non più mantenuta, fino a quando nel dicembre del 2021 il boss aveva detto ai pm di Firenze: “C’è una carta scritta sui rapporti economici tra la mia famiglia e Berlusconi. Investiti 20 miliardi”.
Ci sono poi le rivelazioni del mafioso Gaspare Spatuzza, in particolare l’incontro del 1994 al bar Doney di Via Veneto, a Roma proprio con il boss di Brancaccio. “Incontrai Giuseppe Graviano all’interno del bar Doney in via Veneto, a Roma. Graviano era molto felice, come se avesse vinto al Superenalotto, una Lotteria. Poi mi fece il nome di Berlusconi. Io gli chiesi se fosse quello di Canale 5 e lui rispose in maniera affermativa. Aggiunse che in mezzo c’era anche il nostro compaesano Dell’Utri e che grazie a loro c’eravamo messi il Paese nelle mani. E per Paese intendo l’Italia. Quindi mi spiega che grazie a queste persone di fiducia che avevano portato a buon fine questa situazione, che non erano come quei quattro crasti (cornuti ndr) dei socialisti”. A quel punto arriva la richiesta: “Graviano mi dice che l’attentato ai carabinieri si deve fare lo stesso perché gli dobbiamo dare il colpo di grazia”, è il racconto di Spatuzza. Nello stesso periodo proprio Dell’Utri si trova nella capitale a pochi metri dal bar Doney: il 22 gennaio 1994, infatti, era in programma una convention di Forza Italia all’hotel Majestic, sempre in via Veneto. Secondo gli accertamenti della Dia l’arrivo dell’ex senatore in albergo – a circa 50 metri dal bar Doney – è registrato il 18 gennaio. È possibile che Graviano abbia incontrato Dell’Utri negli stessi giorni in cui dava quegli ordini a Spatuzza? Di sicuro c’è solo che il 26 gennaio Berlusconi aveva ufficializzato il suo ingresso in politica. E il 27 gennaio vengono arrestati Giuseppe e Filippo Graviano.”Lo sai cosa scrivono nelle stragi? Nelle sentenze delle stragi, che poi sono state assoluzione la Cassazione e compagnia bella: le stragi si sono fermate grazie all’arresto del sottoscritto“, dice intercettato il boss di Brancaccio. E in effetti da allora non un solo colpo sarà sparato nella Penisola, nuovo regno della pax mafiosa.
La strategia attuale di Graviano, detenuto da 27 anni, potrebbe non essere cambiata: cancellare il 41 bis. E le mosse del suo portavoce nelle settimane passate potrebbero essere interpretate anche in questo senso.