“Volevano uccidere me non Thomas. È iniziato tutto per razzismo, questa è la verità”. Omar, 20 anni, era il destinatario degli spari che hanno invece ucciso nei giorni scorsi Thomas Bricca ad Alatri, in provincia di Frosinone. Il giovane ieri ha raccontato la sua versione – che i carabinieri già conoscono – in una diretta Instagram dal suo profilo, diretta che è stata ripresa dal quotidiano Il Messaggero. Il ragazzo dice di essere “solo come un cane” e di parlare “tutti i giorni con Thomas, vi giuro che sento che mi risponde”. E racconta che sabato sera sette persone avrebbero picchiato, davanti a tutti, famiglie e bambini, un ragazzo egiziano perché avrebbe risposto in arabo. Lui avrebbe voluto fare denuncia ma gli sarebbe stato detto di ripassare il lunedì successivo. Gli inquirenti intanto cercano killer e basisti. Sarebbe stato individuato un proiettile; l’agguato è stato preparato con cura.

Intanto è stato conferito l’incarico al professor Giorgio Bolino di effettuare l’autopsia sul corpo del 19enne. L’esame, come rende noto l’avvocato della famiglia Bricca, Marilena Colagiacomo, si terrà martedì alle 9 all’obitorio del Verano, a Roma. La legale ha nominato il consulente tecnico medico-legale di parte, che è il professor Antonio Grande. Solo al termine dell’autopsia il corpo del giovane sarà restituito alla famiglia che potrà dunque organizzare i funerali. Dopo lo sfogo del padre su Facebook anche la madre della vittima ha scritto un breve post: “Maledetti, Satana vi aspetta…e siete in parecchi”. Il giovane abitava insieme con la mamma Federica in un quartiere residenziale del comune ciociaro. L’altroieri la città è scesa in piazza per chiedere “giustizia” dopo l’omicidio, per il quale al momento non ci sono ancora indagati.

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