Il nuovo doppio orizzonte dell’Alleanza tra Renault, Nissan e Mitsubishi ha una durata temporale di almeno 15 anni e ha l’America Latina, l’India e l’Europa quale confine geografico. Dopo il comunicato dei giorni scorsi che aveva anticipato l’intesa franco-giapponese, i top manager Jean-Dominique Senard, ad dell’Alleanza, Luca De Meo, ad di Renault Group, Makoto Uchida, ad di Nissan, e Takao Kato, ad di Mitsubishi, hanno ufficializzato maggiori dettagli del rivisto accordo quadro.

Il riequilibrio azionario è stato l’aspetto del quale i vertici hanno parlato meno, anche se è quello sul quale si era concentrata l’attenzione dopo la chiara insofferenza manifestata da Nissan negli anni passati. Il partner giapponese e Renault Group avranno una partecipazione azionaria incrociata massima del 15%: il socio “francese” trasferirà la quota in eccedenza (28,4%) in un fondo fiduciario con il congelamento dei diritti di voto (ad eccezione di quelli su nomine e revoche di amministratori), ma non di quelli economici. Il gruppo Renault, seppur nell’ambito di un eventuale “processo organizzato”, è libero di vendere o meno le proprie quote. Con la nuova governance, anche lo Stato francese, che detiene il 15% del capitale di Renault Group, potrebbe esercitare i propri diritti di voto. Nei rispettivi CdA, che devono approvare l’accordo entro fine marzo, le due aziende avranno il diritto di nominare due amministratori.

Nissan ha ufficializzato una sua futura partecipazione in Ampere, la società di Renault destinata alla mobilità elettrica e alla digitalizzazione (Qualcomm ha già confermato un proprio futuro investimento) e della quale manterrà la “sostanziale maggioranza”: la casa giapponese si assicurerà fino al 15% di quote. Takao Kato ha dichiarato di ritenere che Ampere dovrebbe fare parte della strategia elettrica di Mitsubishi Motors in Europa: un’apertura importante. Nessuno dei due costruttori del Sol Levante entrerà invece in Horse, la joint-venture per motori convenzionali e ibridi tra Renault e Geely. Secondo De Meo entrambi potranno però beneficiare di condizioni preferenziali.

Le trattative dei mesi scorsi hanno già portato alla definizione di progetti operativi “a forte creazione di valore”: Senard ha garantito che si tratta di piani sostanzialmente pronti, ma nessuno dei manager si è sbilanciato sull’ammontare delle cifre in ballo. Incalzato dagli analisti finanziari, De Meo ha parlato di “centinaia di milioni” fino a “miliardi, se tutto andrà bene”.

In Europa, il Gruppo Renault e Mitsubishi collaboreranno per le nuove ASX e Colt sfruttando gli asset della Captur e della Clio impiegando la piattaforma CMF-B. Fra tre anni, inoltre, la Losanga lancerà i veicoli commerciali elettrici FlexEVan: la tecnologia Software-Defined Vehicle verrà condivisa con Nissan. Le due case potrebbero collaborare anche per la prossima generazione di veicoli elettrici del segmento C, mentre è certo che andranno a braccetto sulle funzioni di ricarica. Dal 2026 Renault produrrà in Francia il veicolo elettrico di Nissan di segmento B basato sull’architettura CMF-BEV. Nel Vecchio Continente, “il perimetro di collaborazione si estenderebbe oltre i veicoli in modo da coprirne tutto il ciclo di vita: dalla distribuzione al fine vita del veicolo, passando per l’utilizzo e il riciclo”. De Meo ha precisato che nessun altro costruttore non europeo risulterebbe così ben piazzato nel Vecchio Continente.

In America Latina, un nuovo pick-up sviluppato da Renault verrebbe impiegato anche da Nissan in Argentina con una produzione concentrata a Cordoba, mentre il gruppo francese beneficerà dello stabilimento Nissan in Messico per tornare a produrre un veicolo nel paese per il mercato locale. I due costruttori intendono anche commercializzare due veicoli elettrici di segmento A, entrambi dotati di piattaforma CMF-AEV. In India, mercato per il quale è stimata una grande crescita. Nissan (che ha il controllo di Mitsubishi Motors) e Renault lavorano a nuovi modelli, in particolare Suv e veicoli elettrici di segmento A.

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