Il presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia conferma che il sisma è stato generato dalla faglia Sud-Est anatolica che è una delle più attive nel Medio Oriente
Probabilmente uno dei terremoti più violenti degli ultimi secoli e proporzionali le conseguenze con moltissime vittime. Nelle aree colpite dal terremoto in Turchia il suolo si è spostato di almeno tre metri, ma solo i dati dei satelliti, quando saranno disponibili, potranno fornire la misura precisa. La stima è stata fornita all’Ansa il presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni.
Il terremoto, ha proseguito, è stato generato dalla faglia Sud-Est anatolica, “una delle più attive nel Medio Oriente, insieme a quella del Mar Morto che attraversa Siria, Libano Israele e Giordania e che separa la placca Araba da quella Africana”. Doglioni aggiunge che “è avvenuto un movimento di tipo transpressivo, vale a dire che è avvenuto un movimento di tipo trascorrente, ossia in senso orizzontale, durante il quale è avvenuta anche una compressione fra la placca Anatolica e quella Araba”.
“Il movimento – ha aggiunto Doglioni – si è esplicitato con almeno tre metri di rigetto. Lo spostamento, di almeno tre metri, è avvenuto nella zona massima di movimento”. Misure più precise, ha concluso il presidente dell’Ingv, “saranno disponibili non appena avremo i dati satellitari, al momento abbiamo a disposizione solo modelli numerici“.