La certezza è che quel prodotto, un tiramisù vegano, è stato ritirato dal mercato, da 63 negozi in tutta Italia, su decisione del ministero della Salute per la “presenza di allergene”, ovvero in questo caso di “proteine del latte” non indicate nell’etichetta. Ed ora la Procura di Milano sta indagando per verificare se la morte di una 20enne, allergica ai latticini, sia stata causata proprio da quel dolce mangiato in un locale specializzato nel servire cibo senza ingredienti di origine animale. Quattro gli indagati: il titolare, il responsabile della produzione e due dipendenti dell’azienda, la Glg srl, con sede nel Milanese, che produceva quel ‘Tiramisun vegano’ con marchio Mascherpa. Contestati i reati di omicidio colposo, frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine.
La giovane è morta domenica all’ospedale San Raffaele dopo dieci giorni di coma. La sera del 26 gennaio scorso, assieme al fidanzato, era andata a cena in un fast food che serve hamburger vegani in zona corso Garibaldi, nel capoluogo lombardo. Un posto da loro frequentato già molte altre volte. A fine pasto ha deciso di ordinare un tiramisù, mai preso prima, ma sicura che anche quel dolce non contenesse sostanze di derivazione animale, men che meno latte. L’etichetta parlava chiaro. Dopo averne ingerito un po’, solo qualche cucchiaiata, si è sentita subito male e ha avuto uno choc anafilattico. Ricoverata all’ospedale San Raffaele, è entrata in coma e domenica è deceduta.
La ragazza aveva una ipersensibilità allergica al latte fin dalla nascita e in quel vasetto di tiramisù sono state trovate tracce di latticini sin dalle prime verifiche. Il pm Luca Gaglio e il Dipartimento ambiente, salute, sicurezza, lavoro, guidato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, hanno aperto un’inchiesta per omicidio colposo e hanno disposto subito il fermo amministrativo di alcune confezioni del prodotto: sono stati sequestrati dalla Polizia sette vasetti nel locale e altri 95 nello stabilimento di produzione.
Lunedì l’intervento del il ministero della Salute che ha deciso per il “richiamo” del ‘Tiramisun’ da tutti i negozi e ristoranti. “Prodotto che può contenere tracce di latticini – si legge nella scheda del ministero – Si invitano i consumatori a non consumare il prodotto e a riportarlo al punto vendita per il rimborso”. Potrebbe essersi verificata, stando alle ipotesi al vaglio, una contaminazione. Da qui la presenza di “proteine del latte” che non ci dovevano essere.
Dai successivi accertamenti, però, è emerso che la giovane aveva anche un’allergia alle uova. E a seguito di analisi dell’Ats (Agenzia di tutela della salute) sarebbero state trovate pure tracce di uovo in una salsa, una maionese prodotta dal locale e usata per condire un hamburger che la giovane ha mangiato. Ulteriori approfondimenti, dunque, dovranno chiarire anche questo aspetto e se possa essere in qualche modo collegato alla morte. Il fidanzato verrà certamente sentito nuovamente dagli inquirenti per alcune precisazioni. Ciò che è appurato al momento è che la reazione allergica si è verificata istantaneamente mentre la ragazza stava mangiando il dolce. Su quel tiramisù sono state effettuate già analisi qualitative, in particolare sulle proteine del latte, e ora ai carabinieri del Nas, che conducono le indagini assieme all’Ats, sono stati affidati anche esami per stabilire la quantità di latticini presenti. La Procura, poi, darà l’incarico ad un esperto per una consulenza allergologica. L’autopsia si terrà tra giovedì e venerdì prossimo.