Si tratta di dieci militanti dell'area anarchica e antagonista che dopo i fatti furono destinatari della misura dell'obbligo di firma. Il leader della Lega aveva chiesto di costituirsi parte civile, ma il tribunale aveva respinto l'istanza
Sono stati assolti dieci attivisti che erano finiti sotto processo a Roma in relazione ai disordini avvenuti, nel febbraio del 2016, a poca distanza da un gazebo di “Noi con Salvini” in piazza Malatesta nella zona di Tor Pignattara. All’epoca si parlò di un “assalto” al banchetto della lista leghista. Il giudice monocratico Mario Erminio Malagnino della IX sezione del tribunale della Capitale ha dichiarato l’assoluzione perché il fatto non sussiste rispetto ai reati di attentato e danneggiamento e assoluzione per non aver commesso il fatto rispetto alle contestazioni di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Dichiarata la prescrizione inoltre per l’ipotesi del travisamento. Per questa vicenda la Procura ottenne anche misure cautelari (dell’obbligo di firma) per sei uomini e quattro donne. Un provvedimento che venne poi annullato dalla Cassazione. A finire sotto processo e ora assolti militanti dell’area anarchica e antagonista.
Nel procedimento Matteo Salvini aveva chiesto di costituirsi parte civile ma l’istanza non era stata accolta. Soddisfazione da parte degli avvocati Francesco Romeo e Leonardo Pompili, difensori di cinque dei 10 imputati: ”Questo processo ha costituito un esempio deteriore di accanimento persecutorio da parte della Procura nei confronti degli attivisti dei movimenti sociali cittadini”.