Si facevano addirittura pagare dai braccianti per i passaggi su furgoni fatiscenti, opportunamente modificati per farci entrare un numero maggiore di persone. Un dettaglio che rende l’idea della spregiudicatezza con cui agivano le 13 persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta “Caronte” coordinata dalla procura di Foggia. Gli indagati, su cui gravano “granitici indizi di colpevolezza”, sono accusati a vario titolo di intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro, impiego di lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno. I lavoratori sfruttati erano tutti per lo più residenti nella baraccopoli di Borgo Mezzanone.

Il GIP di Foggia ha disposto il sequestro preventivo – comprensivo delle relative sedi operative, dei beni mobili registrati e degli immobili e l’assoggettamento al controllo giudiziario – di 2 aziende agricole (il cui fatturato annuo raggiunge circa i 10 milioni di euro), riconducibili ad alcuni dei soggetti colpiti da misura cautelare.

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