Politica

Decreto carburanti, maggioranza spaccata sulle modifiche: rinviata la seduta della commissione Attività produttive della Camera

Si attende un ennesimo incontro con i rappresentanti dei benzinai, che come è noto hanno scioperato contro il provvedimento e bocciato le modifiche fatte in extremis dal governo. M5s: "Che si parli di guerra, riforme, misure economiche o sociali, il copione è sempre lo stesso. Anche oggi abbiamo assistito a un teatrino surreale, con Fratelli d’Italia intestardita sulla cartellonistica del prezzo medio e Lega e Forza Italia invece 'smarcate' sul Qr Code"

Verrà rinviata “ai prossimi giorni” la seduta della commissione Attività produttive in cui, mercoledì, sarebbe dovuta iniziare la votazione degli emendamenti al dl Carburanti. La decisione è stata presa durante una riunione di maggioranza che si è svolta martedì alla Camera, in vista di un ennesimo incontro con i rappresentanti dei benzinai che come è noto hanno scioperato contro il provvedimento e bocciato le modifiche fatte in extremis dal governo. “La maggioranza è divisa su tutto”, attaccano i deputati M5s in Commissione Attività Produttive Emma Pavanelli, Chiara Appendino, Alessandra Todde e Enrico Cappelletti. Secondo i quali si cercano “diversivi per non dire agli italiani di aver commesso un errore grossolano a non confermare lo sconto sulle accise“.

Il capogruppo di FdI in commissione Attività produttive, Gianluca Caramanna, al termine dell’incontro a cui hanno preso parte anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, e il presidente della Commisione, Alberto Gusmeroli, ha spiegato a Lapresse: “Abbiamo deciso un rinvio della commissione, in attesa dei due tavoli tecnici del governo con i gestori che si terranno al Mimit. Aspettiamo l’esito di questi tavoli e pertanto tutta la maggioranza unita ha deciso di rinviare la seduta ai prossimi giorni”. La questione da risolvere ruota attorno all’emendamento presentato dal governo, che conferma l’obbligo per i gestori di esporre il prezzo medio accanto al prezzo praticato – accanto alla creazione di un app consultabile dagli automobilisti – mentre gli emendamenti proposti da Forza Italia e Lega prevedono l’esposizione di un Qr Code che rimanda al sito del Mimit dove vengono pubblicati i dati sui prezzi dei carburanti.

“Che si parli di guerra, riforme, misure economiche o sociali, il copione è sempre lo stesso. Anche oggi abbiamo assistito a un teatrino surreale, con Fratelli d’Italia intestardita sulla cartellonistica del prezzo medio e Lega e Forza Italia invece ‘smarcate’ sul Qr Code. E la commissione Attività Produttive prima convocata e poi sconvocata per il timore diffuso della maggioranza di andare sotto”, commenta il M5s.

L’altro fronte è quello dei balneari. In mattinata si è tenuto un incontro, poi aggiornato al tardo pomeriggio, tra i rappresentanti nazionali delle associazioni di categoria del settore balneare e una delegazione di Fratelli d’Italia, per fare il punto sulle ipotesi di intervento normativo che dovrà disciplinare la materia. Fdi ribadisce l’impegno a sostegno della categoria e a difesa delle imprese balneari esistenti, che non ha intenzione di disattendere. L’intento sarebbe quello di trovare un percorso condiviso, ma la strada sembra molto stretta: l’ipotesi di una proroga del termine del 31 dicembre 2023 per mettere a gara le concessioni – come prevedono gli emendamenti al Milleproroghe presentati da FI e Lega – non sembra percorribile. E quindi si continua a trattare per arrivare a una proroga della delega al governo, che darebbe all’esecutivo alcuni mesi di tempo in più per una riforma strutturale del settore, auspicata anche dalla premier Giorgia Meloni. Mercoledì mattina sono in programma incontri di maggioranza per sciogliere i nodi su alcuni punti del decreto Milleproroghe, poi le commissioni al Senato si riuniranno di nuovo alle 12, per votare sugli emendamenti accantonati tra cui figurano, oltre a quello sui balneari, quelli su smart working per i lavoratori fragili, sanità e istruzione del decreto. Temi su cui si attende una riformulazione definitiva del governo.