I tifosi amano vedere le travi negli occhi degli altri club senza accorgersi di quelle della propria squadra, oppure minimizzandole. Nel calcio di élite le pagliuzze non esistono e ogni società, con qualche rarissima eccezione, ha le proprie travi, delle quali prima o poi potrebbero – il condizionale è d’obbligo – trovarsi costrette a renderne conto. Adesso è il turno del Manchester City, alle prese con l’accusa di oltre cento presunte violazioni delle regole finanziarie della Premier League, concretizzata attraverso un documento di 735 pagine fitto di dettagli e ostico nella lettura, a causa del linguaggio tecnico e dei continui rimandi agli articoli e ai commi del regolamento della Premier. Di seguito proponiamo una piccola ricostruzione. Le violazioni contestate al Manchester City sono divise in cinque sezioni, con il procedimento disciplinare affidato dal consiglio di amministrazione della Premier a una commissione indipendente (regola W.3.4) e, proprio in virtù di questo passaggio, reso pubblico (regola W.82.1).

Prima sezione: conti economici
Il documento parla di “una serie” di violazioni delle regole finanziarie. La sezione più corposa è la prima, che riguarda le stagioni dal 2009-2010 al 2017-2018. Per le prime due stagioni vengono contestati comportamenti non corretti relativi alla mancata “massima buona fede” richiesta (regola B.13) nelle dichiarazioni alla lega della Premier; alla presentazione dei conti al registro delle imprese – la stagione 09-10 fu la prima degli emiri al City – e, più generalmente (tutti i commi delle regole C), alla comunicazione dei flussi di entrate e del rapporto tra profitti e perdite, necessari per ottenere la licenza UEFA e giocare in Europa (nel 2010 il City, con Roberto Mancini che aveva sostituito Mark Huges a metà stagione, si era qualificato all’Europa League, mentre l’anno successivo era passato in Champions). Dalla stagione 11-12 in avanti, le contestazioni riguardano invece la categoria delle regole E, relative alla presentazione dei conti annuali e del bilancio, nonché della proiezione di incassi e spese negli anni successivi, documento quest’ultimo che deve essere aggiornato e integrato nel corso del tempo qualora si presentino cambiamenti, di segno positivo o negativo, rispetto a quanto comunicato in precedenza.

Seconda sezione: registrazione dei contratti
La presente sezione è dedicata a Roberto Mancini, o meglio, alla comunicazione di tutti i dettagli relativi al contratto del tecnico italiano, la cui esperienza sulla panchina del Manchester City è durata dal 2009-2010 al 2012-2013. Le presunte violazioni si riferiscono, appunto, alla mancata completezza nelle comunicazioni da parte del club, che non avrebbe riportato fedelmente tutti gli estremi del rapporto contrattuale con l’allora tecnico della prima squadra, infrangendo anche le regole (categorie P e Q) che disciplinano con esattezza termini e modalità di comunicazione dei contratti registrati con la Premier League. Sarebbero stati omessi (categorie K e T) anche i dettagli completi degli stipendi e dei bonus dei giocatori, previsti dai rispettivi contratti, per tutte le stagioni fino alla 2015/2016.

Terza e quarta sezione: Fair Play finanziario e sostenibilità
Il tema del Fair Play finanziario (FFP) rappresenta da sempre il principale cavallo di battaglia di tutti i detrattori del modello di gestione del City, e nel febbraio 2020 sembrò essere arrivata la resa dei conti quando la UEFA squalificò il club dalle competizioni europee per due stagioni a causa di presunte violazioni del FFP. La squalifica fu però tolta poco dopo dal Tribunale Arbitrale dello Sport, per una sentenza che assestò un durissimo colpo alla discutibile (per modalità e tempi di applicazione) ma necessaria politica della UEFA per la sostenibilità dei bilanci. La contestazione delle violazioni di alcune regole della categoria B, relativa alla terza sezione delle accuse, riguarda i parametri stabiliti dalla Premier League per il rispetto dei regolamenti del FFP della UEFA in vigore tra la stagione 2013-2014 e la stagione 2017-18. La quarta sezione (regole categoria E) è molto simile alla terza in quanto sempre inerente alle normative su redditività e sostenibilità economica, ma in questo caso si tratta di regole interne alla Premier League, generalmente più blande rispetto a quelle della UEFA, ma anch’esse dedicate alle modalità con le quali i club possono spendere i loro guadagni. Riguardo a questa sezione, le stagioni contestate sono quelle dalla 2015-2016 alla 2017-2018, ovvero le annate caratterizzate dalle spese stellari per gli acquisti dei vari Kevin De Bruyne, Raheem Sterling, Nicolas Otamendi (15-16), John Stones, Leroy Sane, Ilkay Gundogan, Gabriel Jesus (16-17), Ederson, Bernardo Silva, Kyle Walker e Aymeric Laporte (17-18).

Quinta sezione: trasparenza
Nelle ultime cinque stagioni il Manchester City ha acquistato 19 giocatori per un esborso complessivo pari a 550 milioni di sterline, che vanno dai 100 spesi per il nazionale inglese Jack Grealish ai 2.6 per il difensore olandese Phillippe Sandler. A partire dal dicembre del 2018, la Premier League ha introdotto nuove regole che obbligano i club alla trasparenza attraverso un’attiva cooperazione con le indagini svolte dalla Premier stessa, anche mediante la fornitura di documenti e informazioni utili ai procedimenti in corso. Le contestazioni in capo al Manchester City in questa sezione riguardano le categorie B e W del citato regolamento, con la prima dedicata alla governance della lega e al già citato concetto di “massima buona fede” che deve essere alla base del processo di cooperazione e assistenza all’attività della Premier, mentre la seconda disciplina la risoluzione delle controversie a una commissione indipendente tanto dalla Premier quanto dai club stessi.

Possibili scenari
Da questo momento e fino al termine dell’indagine scatta, come previsto dal regolamento, il silenzio da parte della Premier League, che comunicherà sul proprio sito l’esito del procedimento una volta concluso. Per testare la solidità delle regole, lunedì, due giornalisti di The Athletic, Luke Brown e Luke Bosher, hanno provato a contattare l’ente per ottenere ulteriori dichiarazioni, ma le loro richieste sono state respinte. A livello di sanzioni, lo spettro è molto ampio. Come scritto da Martyn Zielger sul Times, “nel caso le accuse vengano confermate si potrebbe andare da una penalizzazione in classifica, pur non essendo ancora è chiaro se sarà retroattiva – con conseguente perdita dei titoli conquistati – oppure verrà applicata alla stagione in corso, all’esclusione dalla Premier League”. L’articolo di riferimento è il W.51, che al comma 4 prevede, nel caso l’imputato ritenuto colpevole risulti essere un club, la commissione giudicante possa: decretare la sospensione dalle gare di campionato per un periodo reputato “congruo” (W.51.4.1.); penalizzare la società attraverso la decurtazione di punti in classifica, attuale o futura (W.51.4.2); invitare il board della Premier a ordinare la ripetizione di una o più partite disputate dal club (W.51.4.3); raccomandare alla lega l’espulsione della società (W.54.4.4). Tutti scenari plausibili ma, ad oggi, impossibili da prevedere.

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