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Massimiliano Ossini: “Avevo una voce femminile, ci ho sofferto. Mettevo il cuscino alla bocca e urlavo per farla diventare rauca”

Il conduttore di "Unomattina" parla della rabbia vissuta da giovane per la sua balbuzie e per una voce poco maschile: "Oggi mi paragono a un albero, che si può curare ma, se ha avuto degli incidenti, le ferite restano visibili sul tronco" spiega al "Corriere della sera"

di F. Q.

“Oggi mi paragono a un albero, che si può curare ma, se ha avuto degli incidenti, le ferite restano visibili sul tronco. Ecco, io le ferite attorno al mio tronco le sento, ma non mi influenzano più come facevano fino a dieci anni fa”. Massimiliano Ossini ogni giorno accoglie con gentilezza e con un sorriso il pubblico di Rai1 a Unomattina. In passato, però, ha dovuto fare i conti con una rabbia che gli ha dato del filo da torcere. “Io avevo due problemi: da ragazzino ero balbuziente e avevo una voce femminile. Non sono drammi ma ci ho sofferto parecchio” confessa al Corriere della Sera a proposito della sua infanzia. “Come si dice, zagagliavo. E come mi chiamavano i miei compagni? Zagaglia. Ho iniziato a fare dei corsi di teatro e lì, mentre interpretavo qualcun altro, mi sono reso conto che non balbettavo più”.

Anche la voce poco maschile è stata, in quegli anni, motivo di sofferenza per Ossini: “Ho una sorella, si chiama Francesca: se rispondevo al telefono tutti mi scambiavano per lei. Oppure, sempre a scuola, spesso ridevano per la mia voce. Io ero nervosissimo, quanto ci ho sofferto. La sera, in camera mia, mi mettevo il cuscino alla bocca e urlavo più forte che potevo per cercare di avere la voce rauca“. Con il tempo le cose sono cambiate, e oggi Massimiliano Ossini riconosce l’importanza della terapia, che invece in passato non lo convinceva: “Quando ero più giovane credevo che gli psicologi non mi avrebbero mai potuto aiutare: solo lavorandoci, ospitandoli nei miei programmi mi sono reso conto di quanto siano fondamentali, specie in un periodo storico come il nostro, dove nessuno ascolta più nessuno”.

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