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Non dormono per fare sesso e rischiano così l’estinzione: “Cercano di copulare di continuo fino alla morte”. Il caso dei quoll australiani

Il picco di testosterone che sperimentano nel periodo dell’accoppiamento porta i quoll a cercare di copulare di continuo fino alla morte. Nel regno animale, l’istinto alla riproduzione è primario e atavico quanto quello alimentare, ma, nel caso dei quoll, questa strategia di conservazione della specie potrebbe provocare l’effetto opposto, incrementando il rischio di estinzione

Endemici dell’Australia e della Nuova Guinea, parenti del diavolo della Tasmania, i quoll sono associati a una peculiarità che li rende unici nel mondo dei marsupiali carnivori: gli esemplari maschili infatti, durante la stagione di riproduzione, rinunciano al sonno e al riposo per accoppiarsi. A indagare questo curioso (e deleterio) comportamento uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica Royal Society Open Science, condotto dagli scienziati dell’Università australiana della Sunshine Coast e dell’Università del Queensland, a Brisbane, in Australia.

Il gruppo di ricerca, composto da Joshua Gaschk, Kaylah Del Simone, Robbie Wilson e Christofer Clemente, ha monitorato il movimento, le distanze percorse e i livelli di attività di 13 esemplari (sei femmine e bsette maschi) catturati a Groote Eylandt al largo della costa del Territorio del Nord, in Australia, e dotati di accelerometri. Grazie a un algoritmo di apprendimento automatico, addestrato sulla base di 76 ore di filmati registrati, i ricercatori hanno elaborato un modello per prevedere il comportamento degli animali. Il sistema, spiegano gli esperti, è stato in grado di anticipare le azioni degli esemplari con una precisione superiore al 97 per cento e un’accuratezza superiore al 99 per cento. I quoll, scientificamente noti come Dasyurus hallucatus, raggiungono una lunghezza che varia tra i 25 e i 75 centimetri e si sono adattati per vivere sia nelle foreste che nelle vallate aperte. Caratterizzati da una serie di creste sulle piante dei piedi, questi animali hanno sviluppato notevoli abilità arboricole e sono considerati semelpari. La semelparità, spiegano gli autori, rappresenta una strategia di riproduzione che prevede l’investimento di ingenti quantità di risorse in una singola stagione riproduttiva, che può risolversi con il decesso dell’animale stesso. Gli esemplari femminili tendono infatti a vivere circa quattro anni, mentre i maschi difficilmente superano il primo anno di vita, proprio perché dedicano la maggior parte delle proprie energie alla riproduzione.

Il picco di testosterone che sperimentano nel periodo dell’accoppiamento porta i quoll a cercare di copulare di continuo fino alla morte. Nel regno animale, l’istinto alla riproduzione è primario e atavico quanto quello alimentare, ma, nel caso dei quoll, questa strategia di conservazione della specie potrebbe provocare l’effetto opposto, incrementando il rischio di estinzione. Tra gli effetti rilevabili di questo comportamento, gli studiosi riportano una riduzione del peso corporeo, un incremento dell’aggressività e un atteggiamento meno prudente in risposta a situazioni potenzialmente pericolose. Ma non solo. “Abbiamo osservato notevoli rischi per la salute – commentano gli esperti – e maggiori probabilità di sviluppare infezioni parassitarie, probabilmente perché in questi periodi i quoll dedicano meno tempo anche alla pulizia e all’igiene personale”.

“I quoll – scrivono gli autori – differivano significativamente in numerosi aspetti del loro comportamento in base al genere sessuale, con i maschi associati a una maggiore attività complessiva rispetto alle controparti femminili. I modelli di spostamento inoltre supportano le teorie secondo cui i maschi rinunciano al riposo per viaggiare per periodi di tempo più lunghi e incrementare le probabilità di copulare”. Alcuni esemplari, in particolare, hanno percorso distanze di circa 10 chilometri in un solo giorno, probabilmente, ipotizzano gli scienziati, alla ricerca di habitat popolati da potenziali partner. “I quoll riuscivano a coprire grandi distanze per accoppiarsi – afferma Clemente – la loro volontà era talmente robusta che rinunciavano a dormire per dedicare più tempo alla ricerca di una partner. La mancanza di sonno può infatti essere letale, ma la curiosità è che queste privazioni sono state osservate solamente negli esemplari maschili”.

Lo studio: https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rsos.221180