Così Red Canzian ha sintetizzato al Corriere della Sera le complicazioni mediche che ha dovuto affrontare quest'anno, iniziato con un ricovero lo scorso gennaio
“In estate, ho fatto 35 concerti, ma ho cure per un altro anno e mezzo. Nel 2015, mi era scoppiata l’aorta; nel 2018, ho avuto un tumore al polmone: quelle erano vere malattie, stavolta è stata sfiga… Mi è entrata una scheggia di legno in una mano e ho preso un’infezione da stafilococco aureo. Sono caduto per terra il giorno che iniziavano le prove di Casanova, non riuscivo a stare in piedi, ci ho messo un’ora per arrivare al divano e chiamare i soccorsi. Intanto, avevo febbre e visioni psichedeliche come se fossi drogato. Mi hanno aperto di nuovo il torace, stavo andando in setticemia. Sono finito in rianimazione e, rispetto alle altre operazioni da cui mi ero svegliato lucido, stavo malissimo, vedevo fiori rossi scendere da pareti bianche. Vedevo il parlottare preoccupato dei medici e mi dicevo: rimango così per tutta la vita”. Così Red Canzian ha sintetizzato al Corriere della Sera le complicazioni mediche che ha dovuto affrontare quest’anno, iniziato con un ricovero lo scorso gennaio. La situazione si era aggravata al punto che, nei mesi scorsi, il cantante e chitarrista dei Pooh aveva confidato in un’intervista di aver temuto di morire. Adesso, fortunatamente, il suo fisico si è ripreso, il peggio è alle spalle e lui ha recuperato tutte le forze per tornare in scena con il suo nuovo musical dedicato a Casanova.
Come lui stesso ha spiegato, tutto è iniziato a causa di una scheggia di legno che gli si è conficcata nella mano: “Costruivo una cornice per il musical nella falegnameria di casa. Sono patito di bricolage“, ha spiegato confidando che la paura di morire non lo ha cambiato ma lo ha reso “solo ancora più concentrato ad apprezzare il bello piuttosto che dissipare il tempo”. E, a proposito di tempo, immancabile un accenno ai Pooh, con cui ha condiviso tutta la sua vita: il gruppo si è sciolto nel 2016, poi due anni fa la morte del batterista Stefano D’Orazio, stroncato dal Covid. “Le cose belle devono avere un inizio e una fine – ha detto Canzian -. Ma con Dodi e Roby faremo un evento per il decennale della morte del nostro paroliere Valerio Negrini, e resta un’amicizia di quelle che non hai bisogno di appuntamenti per vederti”.
Così, Red Canzian ha aperto il cassetto dei ricordi, snocciolando aneddoti inediti legati al passato della band e alla sua vita privata: “Ho sempre conservato bei rapporti con le mie ex, che le abbia amate per un anno o per un’ora – ha confidato -. Sono stati passaggi di vita ed eravamo ragazzi: avrò avuto l’ultima avventura a 25 anni. E non erano storie droga e rock ‘n roll: sono stato sempre un romanticone. Patty Pravo? Fu un caso, lei era molto bella, forse ero bellino anch’io. Ma fu solo il bellissimo e breve incontro di due giovani. Siamo rimasti amici, la chiamo Santa Nicoletta da Venezia, perché portando via Riccardo (Fogli, ndr), mi aprì la via verso i Pooh. Le sorelle Bertè e Martini?…Si frequentavano. Ma furono storie diverse, una più fisica, l’altra più intellettuale”.