Le operazioni sospette saranno esaminate dalla commissione di garanzia interna. Intanto a Caserta non è stato certificato il tesseramento. Il presidente Roberti a ilfattoquotidiano.it: "Così avremo elementi più chiari sulle dimensioni del fenomeno, che tocca in varia misura tutte le 5 province". Il portavoce della mozione Schlein Ruotolo: "Ma perché non è possibile rispettare le regole come nel resto d’Italia?"
Accuse di tesseramenti gonfiati, maxi bonifici da 40.000 euro e oltre per pacchetti da migliaia di iscrizioni, congressi di circolo iniziati alla chetichella e senza comunicazioni formali alla commissione di garanzia, politici non iscritti al partito ma armati di conto corrente per tesserare come se non ci fosse un domani. È il Pd in Campania. E farebbe notizia il contrario, perché da una dozzina d’anni qui le primarie – per un candidato sindaco o per il segretario nazionale, poco importa – sono sinonimo di veleni e (presunti) brogli. Dal gennaio 2011 e dalle file sospette a Napoli di stranieri per il voto (poi annullato) in favore di Andrea Cozzolino, europarlamentare ora implicato nello scandalo Qatargate. Passando, sempre a Napoli, per il 2016 e gli euro regalati alle urne dai sostenitori di Valeria Valente contro Antonio Bassolino. Senza dimenticare le centinaia di monetine da due euro di cui parlavano imprenditori vicini al Pd di Salerno, intercettati dalla Guardia di Finanza mentre discutevano di come riversare voti sul candidato di De Luca nelle primarie per i candidati al Parlamento del 2013.
E proprio a Salerno si concentrano alcuni dei principali sospetti intorno al congresso 2023 e alle primarie chiamate a scegliere il nuovo segretario tra Bonaccini (sostenuto da De Luca), Schlein e Cuperlo. I dati: 4600 iscrizioni al Pd, picco negli ultimi tre giorni di gennaio (lo stop era il 31 gennaio alle 12), un aumento considerevole rispetto ai 3200 dell’ultimo tesseramento, anche se siamo lontani dagli 8000 iscritti raggiunti ai tempi delle prove di forza di De Luca. Ma soprattutto, un bonifico di cui ha scritto Il Mattino di Salerno: 42.127,50 euro come corrispettivo di 1574 tesserati cartacei. E’ partito dalla federazione provinciale e nonostante il regolamento che autorizza solo tesseramenti on line, e un massimo di tre tessere per ogni carta di credito o conto corrente. C’è però una deroga, riservata esclusivamente ai segretari, per pagamenti cumulativi, e solo con bonifico. Con parametri che impongono il rispetto di alcune soglie, tipo quella di non superare il 50% del numero medio delle iscrizioni negli ultimi tre anni. Secondo Sandro Ruotolo, portavoce campano di Schlein, a Salerno “il voto va annullato”, dopo che si è appreso “che i congressi di circolo si sono già tenuti e continuano a tenersi in maniera non conforme al regolamento: senza comunicazione preventiva di 48 ore alla commissione regionale, senza calendario approvato, senza correzione dell’anagrafe con le indicazioni del Nazareno. Ma cosa c’è da nascondere? Ma perché non è possibile rispettare le regole come nel resto d’Italia?”.
La convinzione diffusa è che nel Pd si possa escogitare qualsiasi mezzo per provare ad arginarli, ma i “signori delle tessere” della Campania riusciranno sempre ad escogitare una contromisura. Il caso più eclatante si è registrato proprio nella zona di Caserta, dove la Commissione provinciale del Pd ha deciso di non certificare la platea del tesseramento locale, rinviando il congresso dei circoli a dopo il congresso nazionale. La decisione, dicono, è stata presa “per la necessità di fare ulteriori verifiche sulle anomalie riscontrate finora” con il consenso di tutte le mozioni per la segreteria nazionale. Contrari solo in 2 su 13. E questo mentre il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, ha scritto una lettera aperta per chiedere che il Pd non diventi ciò che era la Dc, cioè il “partito delle tessere”. Forte è il sospetto che, i “signori delle tessere” siano entrati in azione a Caserta, da dove a fine gennaio Cuperlo ha fatto partire i primi allarmi, parlando di congresso “dilatato”. Qualche numero sui circa 6000 iscritti (gli stessi di Napoli e provincia, che però ha il triplo di residenti) di una federazione che fino a un mese fa ne contava 1500: a Casal di Principe 114 tesseramenti (su 238 voti ricevuti dal Pd alle ultime politiche), a Sessa Aurunca 1050 iscrizioni su 1200 voti.
Sessa Aurunca è il paese natio del presidente del consiglio regionale della Campania Gennaro Oliviero. Il deluchiano del casertano ha una singolare spiegazione di questo boom: “Merito della ventata di novità impressa dalla candidatura di Bonaccini”. Parole che hanno fatto andare su tutte le furie gli esponenti delle mozioni rivali. “È la prima volta in vita mia che sento una persona rivendicare a sé e al candidato che sostiene la crescita improvvisa e anomala di migliaia di tessere in posti dove il Pd ha meno voti che tessere. Ma come fa Oliviero a sapere che il magico e improvviso aumento riguarda un solo candidato? Bonaccini prenda le distanze da lui” dice il portavoce nazionale della mozione Schlein Marco Furfaro. Anche Susanna Camusso, mozione Cuperlo, ha sollevato il ‘caso Oliviero’. Lui dice che è tutto normale: “Appena il 23% di iscritti in più rispetto al 2018”.
A Napoli si calcolano circa 7000 adesioni, un numero più o meno in linea con gli anni passati, di cui un migliaio viaggiano verso l’annullamento. Motivo? Iscrizioni avvenute con la stessa carta di credito che avrebbe abbondantemente sforato il limite di tre. Si vocifera di casi da 70-80 iscrizioni a botta. Se ne sono accorti subito e stanno procedendo alle cancellazioni. Ma rispetto a Caserta e Salerno le polemiche sono rimaste sotto al livello di guardia.
Ad Avellino ed in Irpinia fa invece rumore il caso del sindaco di Pago del Vallo di Lauro, Antonio Mercogliano. A lui sarebbe riconducibile un blocco di tessere pagate tramite bonifici a Marzano di Nola, Quindici, Domicella, Quadrelle, Taurano e Pago del Vallo di Lauro. Mercogliano non è un dem. E’ un ex mastelliano che ora gravita nell’area De Luca, che in Campania non necessariamente coincide con il partito. Il suo pacchetto consisterebbe alcune centinaia di iscrizioni, sulle 3.200 inserite nella banca dati, ma non ancora verificate.
A vagliare l’autenticità e la spontaneità della campagna di proselitismo in Campania è stato chiamato l’europarlamentare Franco Roberti, ex procuratore nazionale antimafia. E’ lui il presidente della commissione di garanzia regionale, che si riunirà il pomeriggio del 7 febbraio. “Così – spiega a ilfattoquotidiano.it – avremo elementi più chiari sulle dimensioni del fenomeno, che tocca in varia misura tutte le 5 province, rispetto alle segnalazioni di tesseramenti anomali rilevati dalla Commissione nazionale”.