Non fosse per la presenza di Gianni Morandi che entra subito in scena accanto ad Amadeus, parrebbe un festival della marmotta. Ma l’edizione è quella 2023. Non cambia il conduttore e direttore artistico, Amadeus appunto, e non cambia, almeno non in modo eclatante, la scenografia che pure ha un’ottima resa televisiva (al Teatro Ariston non è mica facile). L’ingresso (nel palchetto) del presidente della Repubblica Sergio Mattarella segna un momento storico. Il pubblico è in piedi. La musica popolare italiana suonerà anche per le sue orecchie. O se ne andrà prima di sentire i brani in gara?
“Ma perché non ho imparato a fare danza per soffiarvi in faccia il vento della mia felicità?”, esordisce Roberto Benigni con quel suo tipico incedere sghembo e l’ostentata joie de vivre che è la sua cifra. “Amadeus è al quarto mandato e ha già prenotato il quinto“, dice. E al Presidente chiede se sia costituzionale. Lui fa cenno di no. Poi qualcosa sulla storia del Festivàl (“dove c’è la musica non ci può essere nulla di cattivo”), e arriva il momento della Costituzione, la celebrazione del 75esimo anniversario dell’entrata in vigore. La lettura dell’art.21.
Dunque, ci siamo. Io sono Arturo Bandini e “chiederò alla povere” di darmi suggerimenti. No, non darò voti fino alla fine della serata. Che poi è un gioco, questo dei voti. Si va, finché non arriva il sonno sempre caro.
Anna Oxa – Sali. Oxa, ha fatto sapere la sua assistente Milly Milano, non è stata bene e i suoi “amici medici ricercatori” l’hanno guarita (dalla febbre) in tempo per l’esibizione. È la prima a cantare. D’altronde lo fa bene, nonostante il post influenza (che probabilmente spiega qualche defaillance). Il brano però non mi ha fatto sentire “animicamente”, per citare la stessa Oxa. Il testo? Carcare su Google. 6 1/2
Gianmaria, Mostro. Un accenno di tenerezza per lui. Però va bene un 5.
Mr. Rain, Supereroi. La canzone non è malaccio ma l’insieme lascia un sapore come di pollo arrosto della domenica, che uno dice “buono” e invece stavolta è poco saporito. 6-
