“Forse sì, i miracoli esistono”. Vincenzo Montella si sente un sopravvissuto del devastante terremoto che ha colpito la Turchia meridionale, provocando oltre 5mila vittime. Le scosse le ha sentite distintamente, anche se si trovava a Istanbul, molto lontano dall’epicentro del sisma. La sua presenza nella capitale però è frutto del destino: Montella allena l’Adana Demirspor, squadra di calcio di una delle città più colpite dal terremoto. Non era lì solo perché il calendario della Super Lig prevedeva la gara in trasferta contro l’Umraniyespor, ovviamente rinviata dopo il terribile sisma.

“Le possibilità che non fossi ad Adana durante il terremoto erano veramente basse. Invece mi trovo qui a Istanbul. A un migliaio di chilometri dai palazzi crollati, dai morti e dalle macerie. Mi trovo qui, ancora incredulo, a pregare per le vittime. Sono vivo. Angosciato ma vivo. Dovrei considerarla una fortuna? Troppi morti, è difficile”, spiega Montella al Corriere della Sera. “Ci siamo salvati perché dovevamo giocare a Istanbul”, aveva detto ieri l’allenatore. Oggi aggiunge: “L’albergo dove risiedo è stato evacuato: è andato a fuoco. Capisce perché mi sento un sopravvissuto?”.

Montella racconta di aver rivissuto il dramma del 23 novembre 1980, quando a sei anni e mezzo sentì “il boato terribile” del terremoto dell’Irpinia. “Ricordo perfettamente che ero nel cortile di casa mia, tra le altre case. Ancora oggi non posso dimenticare quel rumore“, dice a Repubblica. La mente è tornata a quel ricordo: “I miei calciatori sono stati svegliati dai famigliari che erano in strada. Pioveva forte ad Adana e davanti ai loro occhi si stava prefigurando uno scenario apocalittico dalle proporzioni ancora indefinite”.

Ora Montella è tentato di tornare in Italia, ma non vuole abbandonare il club e appunto i “suoi” calciatori: “Sì, ho paura. La Turchia però è una terra meravigliosa, se andassi via adesso sarebbe come fuggire. Sarei egoista”, spiega. E aggiunge dettagli su una situazione drammatica: “I miei calciatori sono molto preoccupati per i familiari. Il club ha messo a disposizione delle loro famiglie degli alloggi ad Antalya, i giocatori sono ripartiti da qui con un volo speciale. Molti non hanno più casa“.

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