Guadare a lungo il cellulare, come capita a molti, può portare a soffrire di una nuova sindrome, quella da “text neck”. Si tratta di una condizione di sofferenza che colpisce la zona della cervicale in una fascia di età trasversale, dai ragazzi agli adulti. La causa è proprio l’uso di smartphone e tablet che impongono una posizione innaturale del capo. “Nella mia pratica di consulente posturale, che offro da più di 25 anni, mi accade quotidianamente, e sempre più frequentemente, di osservare una stretta correlazione tra il disequilibrio dell’assetto posturale, le tensioni muscolari e i dolori più frequentemente riferiti legati all’uso dello smartphone”, ci spiega Monica Melendez, posturologa, counselor professionista, docente universitaria esterna e autrice del libro Essere Cura. Una Rivoluzione Gentile (2018). “Il sovraccarico della zona cervicale e delle spalle è la spia più visibile delle prolungate e statiche posizioni che smartphone e tablet ci portano ad assumere, soprattutto se non ne siamo consapevoli”, continua Melendez. “Spesso è l’intera colonna vertebrale a risentire del disequilibrio, altrettanto spesso lo sono gli arti superiori. In posturologia osserviamo il corpo come un unicum e parliamo di ‘catene muscolari’ che attraversano l’intero corpo, longitudinalmente e trasversalmente. Da questo punto di vita, le tensioni di un distretto, come in questo caso quello del collo, possono avere significative corrispondenze in altre zone del corpo”.

Che cosa succede al collo quando stiamo a guardare il cellulare per un certo lasso di tempo?
“L’inclinazione del collo per tempi prolungati, e il conseguente spostamento in avanti della testa, portano a un aumento considerevole del carico sulle vertebre cervicali. Questo può arrivare ad aumentare fino a cinque volte rispetto al carico portato normalmente, con un corretto allineamento della testa. Nel tempo, aumenta la pressione sui dischi intervertebrali e sul midollo spinale, i muscoli paravertebrali – che decorrono ai lati delle vertebre cervicali – subiscono un accorciamento, con conseguenti sintomi che si manifestano in diverse forme”.

Quali sono questi sintomi?
“I più frequenti sono dolore, affaticamento muscolare, mal di testa, disequilibri muscolari, tendenza a spostare la testa in avanti, con conseguente aumento della compressione delle vertebre cervicali. Queste si possono manifestare con tensioni, contratture e rigidità articolari. Spesso i sintomi si estendono fino a causare una difficolta di concentrazione, disturbi visivi, affaticamento e/o ipereccitazione, soprattutto nei bambini”.

Come si può affrontare questo disturbo considerando utopistico ridurre drasticamente l’uso di questi dispositivi?
“Mi trovo spesso a dire, soprattutto ai ragazzi ma non solo, di provare a capovolgere il rapporto con il proprio smartphone. Invito per esempio a provare ad appoggiare la schiena, quando si è seduti, per fare in modo che sia il cellulare ad avvicinarsi al corpo. In questo modo si evita che siano il collo e la testa a piegarsi sullo smartphone. In altre parole, si tratta di utilizzare il mezzo e non di esserne utilizzati. Può sembrare una banalità, ma questo accorgimento trasforma profondamente lo schema posturale e il conseguente carico è istantaneamente alleggerito. Anche semplicemente riportare l’attenzione al proprio corpo, sentendone per esempio l’appoggio, e fare uno o due respiri consapevoli, possono essere un primo passo. È utile inoltre ricordarsi di fare delle pause e di cambiare spesso posizione. L’essere umano è nato per muoversi, quindi rompere una staticità prolungata aiuta a spezzare pericolosi automatismi. Quando possibile può essere utile fare uso degli auricolari e preferire l’ascolto alla lettura. Anche in questo caso è più facile modificare la propria postura, divenire più mobili e spostare il visus all’altezza degli occhi, modalità che consente il corretto assetto posturale e un notevole alleggerimento del carico cervicale. Può infine essere utile provare a porsi, durante l’utilizzo dei devices, qualche domanda che riporti dalla mente al corpo. Per esempio: ‘In che postura mi trovo in questo momento?’; oppure: ‘Sono comodo/a in questa posizione o posso adottarne una più confortevole?’”.

Quali rimedi e tecniche di manipolazione corporea possiamo consigliare per alleviare i dolori?
“L’aumento della consapevolezza corporea è, a mio avviso, la vera ed efficace chiave di volta. Sicuramente sono utili tutte le pratiche, le tecniche e le terapie manuali che aiutino a rilasciare le tensioni accumulate e che, allo stesso tempo, ‘risveglino’ la capacità di percepirsi. Quindi sì a trattamenti posturali come la rieducazione posturale Mezières-Bertelè, l’osteopatia, la massoterapia decontratturante e le tecniche manuali integrate. L’importante è che queste siano mirate a far diventare più attenti e attivi nella cura di sé, del proprio corpo, del suo assetto posturale e della sua ergonomia”.

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