C’è una svolta nell’inchiesta sul ferimento a Torino del giovane studente, colpito lo scorso 21 gennaio da una bicicletta elettrica lanciata dalla balconata dei Murazzi del Po mentre si trovava davanti a un locale sulla riva del fiume. I carabinieri hanno fermato cinque giovani – due 18enni e tre minori tra i 15 e i 17 anni – con l’accusato di concorso in tentato omicidio. Tra loro ci sono anche due donne. Per giorni i militari dell’Arma hanno analizzato minuziosamente le numerose testimonianze raccolte sul posto e nei giorni successivi e visionato le immagini dei sistemi di videosorveglianza cittadini e privati, oltre 120 telecamere e decine di ore di registrazioni, che hanno permesso di raccogliere gravi indizi di responsabilità.
Dagli accertamenti è emerso che i giovani, giunti nei pressi del lungo Po Cadorna, dopo essersi affacciati dalla balconata, avrebbero preso la bici lanciandola di sotto senza un apparente motivo. Si sarebbero poi dileguati dal centro cittadino utilizzando un mezzo della linea pubblica con il quale avrebbero raggiunto il quartiere di provenienza. Alle indagini un contributo importante è stato fornito da alcuni giovani testimoni che, numerosi, aderendo agli appelli alla collaborazione, si sono rivolti ai carabinieri per raccontare quanto avevano visto.
Per sollecitare chi aveva visto a rivolgersi ai militari, subito dopo l’accaduto c’era stato l’appello del comandante provinciale dei carabinieri di Torino, Claudio Lunardo, poi del sindaco, Stefano Lo Russo, mentre gli amici del giovane ferito avevano diffuso messaggi sui social. Le indagini sul ferimento del giovane, ancora ricoverato in terapia intensiva per le lesioni riportate dall’urto con la bici, sono state condotte da una task force composta da carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia San Carlo che, da oramai più di un anno, monitorano i giovani orbitanti nel centro cittadino per contrastare il fenomeno delle baby gang.