La crisi non risparmia nessuno. Nemmeno i consiglieri regionali siciliani che, però, presto potranno consolarsi: vedranno infatti salire le proprie indennità di circa 900 euro lordi al mese. Il dato emerge dall’ultimo bilancio interno dell’Assemblea regionale siciliana che, pur prevedendo un taglio della spesa complessiva del parlamento dell’isola, fa registrare una crescita della voce che fa riferimento, appunto, agli stipendi dei consiglieri: un aumento di circa undicimila euro lordi annui, cioè 890 euro lordi in più al mese per ognuno dei 70 onorevoli. E ad aumentare saranno anche le paghe dei Forestali. Ma andiamo con ordine.

La spesa complessiva – A cosa si deve l’aumento dell’onorevole stipendio? In una parola: inflazione. È cresciuto il costo della vita e anche i consiglieri regionali hanno bisogno di un aiuto, di un aggiustamento, di un adeguamento. Un meccanismo, a dire il vero, previsto da una legge del 2014, la stessa che aveva modificato – in parte riducendole – le indennità degli stessi consiglieri. Quella legge regionale, infatti, si ricorda nel bilancio dell’Assemblea regionale “prevede che la misura del trattamento sia soggetta ad adeguamento secondo la variazione dell’indice Istat del costo della vita; l’aumento deciso dell’inflazione nell’anno trascorso ha pertanto portato ad una rimodulazione in aumento della spesa da euro 10.450.000,00 del 2022 ad euro 11.200.000,00 previsti nel 2023”. Un totale di 750mila euro in più, quindi, da distribuire ai settanta consiglieri siciliani. Un aumento accolto in silenzio a Palazzo dei Normanni, dove nessuna forza politica ha commentato pubblicamente l’aumento.

Quanto guadagnano i consiglieri siciliani – Come si diceva, la legge del 2014 che prevedeva l’adeguamento scattato quest’anno, disciplinava anche le indennità dei consiglieri regionali, che in Sicilia si chiamano deputati, fissando la somma di indennità e diaria in 11.100 euro. Una parte di questa cifra, però (la diaria), che corrisponde a 4.500 euro, viene considerata un rimborso spese e non è quindi tassabile. A queste voci si aggiunge quella riguardante i rimborsi per le spese relative ai collaboratori: una cifra indicata nei limiti di 3.180 euro mensili.

E adesso tocca ai sindaci – La decisione dell’Assemblea sta già producendo alcuni effetti. Il prossimo aumento, infatti, potrebbe riguardare i sindaci siciliani. Un ritocco richiesto a gran voce dai primi cittadini dell’Isola, che lamentano di ricevere le indennità più basse d’Italia. Uno spiraglio si è subito aperto e in qualche modo proprio l’aumento ricevuto dai deputati potrebbe avere accelerato l’iter che porterà al “ritocco” anche per i sindaci. L’annuncio è arrivato proprio stamattina dal presidente della Regione, Renato Schifani, che ha incontrato la delegazione siciliana dell’Associazione Nazionale dei Comuni italiani. Schifani ha sottolineato – si legge in una nota – come abbia preso atto che “l’Ars, nella sua piena autonomia che va rispettata, ha deliberato l’aumento delle indennità dei parlamentari, per adeguarle al costo della vita, in ottemperanza a una legge”. “Pertanto – ha proseguito il presidente – ritengo coerente e consequenziale che anche agli amministratori locali siciliani possa essere riconosciuto, al pari degli altri Comuni italiani, un miglioramento delle loro indennità, attraverso un intervento economico che possa essere modulato, in via bilanciata, tra finanza regionale e locale”. Così, in un certo senso, i sindaci dovranno dire grazie ai deputati, nonostante i primi cittadini si siano sentiti spesso, soprattutto negli anni difficili della pandemia e della crisi economica, in una vera e propria trincea, assai diversa dalle comodità del Palazzo.

Per i Forestali 22,5 milioni di euro in più – Del resto, in queste ore in Sicilia un aumento tira l’altro. Durante l’esame della Finanziaria è stato approvato infatti anche l’articolo che riguarda i Forestali siciliani, una platea di precari stagionali che hanno rappresentato – a torto o a ragione – spesso l’immagine del clientelismo della politica siciliana, come è stato ribadito da qualche consigliere proprio nel corso della seduta a Palazzo dei Normanni. E così, ecco che l’aumento per i Forestali siciliani arriva sotto forma di “recepimento del contratto collettivo nazionale di lavoro riguardante gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria”, lavoratori che oggi sono in carico al Dipartimento regionale dello sviluppo rurale e territoriale dell’Assessorato all’agricoltura e al Comando del Corpo forestale della Regione siciliana. La norma prevede una spesa di circa 22,5 milioni di euro in più che corrispondono da un lato all’adeguamento al contratto nazionale e dall’altro agli “arretrati contrattuali spettanti per gli anni 2021 e 2022”. Visto che i Forestali sono circa 17mila, dovrebbe trattarsi di un aumento compreso tra i 50 e i 100 euro lordi al mese in ogni busta paga. In totale lo stanziamento per i forestali è di circa 220 milioni di euro.

Le altre spese del parlamento siciliano – Ma quanto costa oggi l’Assemblea siciliana? La spesa complessiva prevista in bilancio è di 133,5 milioni di euro annui. Una cifra che è scesa di mezzo milione di euro rispetto all’anno precedente e di quasi 30 milioni rispetto al 2012, attraverso una riduzione progressiva dei fondi. Ma come vengono impiegate queste somme? Il dato emerge sempre dal prospetto del bilancio da dove emerge un paradosso: la somma che l’Ars spende per gli ex deputati è di gran lunga maggiore rispetto a quella stanziata per i deputati in carica (17,5 milioni di euro). È la spesa per i vitalizi e le pensioni. Altri 5,9 milioni invece servirà per garantire gli stipendi dei dipendenti dei gruppi parlamentari. Ovviamente la spesa maggiore è quella che riguarda il personale del parlamento siciliano che negli ultimi anni è stato rimpolpato da alcuni innesti: adesso la spesa complessiva è di circa 27 milioni di euro l’anno, mentre il costo delle pensioni degli ex dipendenti sfiora i 49 milioni di euro. Un totale di 133,5 milioni l’anno. Una cifra che scende. Mentre le indennità dei deputati non conosce la crisi. E sale.

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