È la prima volta che il presidente della Regione Veneto, sponsor convintissimo dell’opera, ammette che persino la soglia dei 100 milioni verrà superata ampiamente. Non si tratta di un’affermazione di poco conto, visto che l’ultima cifra ufficiale, contenuta nel progetto di fattibilità, fissava in 85 milioni di euro la spesa prevista. Ma il primissimo masterplan la fissava addirittura a 41,7 milioni
Con la leggerezza che lo contraddistingue, quando vuol dare un annuncio facendolo passare inosservato, il governatore veneto Luca Zaia comunica che la pista da bob di Cortina d’Ampezzo, per le Olimpiadi invernali 2026, potrebbe costare fino a 120 milioni di euro. È la prima volta che il presidente della Regione Veneto, sponsor convintissimo dell’opera, ammette come la soglia dei 100 milioni verrà superata ampiamente. Non si tratta di un’affermazione di poco conto, visto che l’ultima cifra ufficiale, contenuta nel progetto di fattibilità, fissava in 85 milioni di euro la spesa prevista, dopo un aggiustamento di una ventina di milioni dovuto agli incrementi delle materie prime. Quindi la pista è già lievitata di altri 35 milioni di euro, pari ad un incremento del 41 per cento.
In realtà i numeri raccontano anche un’altra verità. Il costo per la ricostruzione completa della vecchia pista “Eugenio Monti” del 1956 è triplicato rispetto alla previsione iniziale. Nel masterplan olimpico, che consentì nel 2019 a Milano-Cortina 2026 di aggiudicarsi i Giochi, la cifra indicata era di 47.712.000 dollari statunitensi, al valore del 2018. Siccome il cambio era allora pari a 1,14, ecco che il valore in euro era di 41,7 milioni. All’epoca il Veneto aveva assicurato che i soldi ce li avrebbe messi la Regione, che infatti nel 2019 con la legge n. 44 stanziò 85 milioni di euro per gli interventi previsti. Nel settembre 2021 il progetto di fattibilità delle alternative predisposto dalla società trevigiana DBA Pro, aveva già fissato il costo in 50,7 milioni di euro, comprensivo di 38 milioni di euro per i lavori e di 22,7 milioni per progettazione, espropri, imprevisti, Iva, spese amministrative e pubblicità.
Era definito una Cassandra chi ricordava come la pista di Cesana Torinese, per le Olimpiadi 2006, costò 110 milioni di euro e fu chiusa dopo 6 anni per costi eccessivi di manutenzione e scarsa utilizzazione. Nel dicembre 2021, con Mario Draghi alla presidenza del consiglio, era venuto un nuovo annuncio: il costo era cresciuto a 62 milioni di euro, ma sarebbe stato coperto dallo Stato. Quindi il Veneto non avrebbe pagato niente, anche se a farlo sarebbero stati tutti gli italiani. Nel progetto di fattibilità tecnico-economica dell’aprile 2022 ecco una nuova doccia fredda. Causa rincari delle materie prime, si sale a 85 milioni di euro. I 22 milioni mancanti? Ce li dovrebbe mettere la Regione. Il responsabile del procedimento però avvertiva: “È evidente che futuri aumenti dei prezzi delle materie prime non trovano copertura nel quadro generale di spesa”. A dicembre il commissario straordinario Luigi Valerio Sant’Andrea ha fatto un tiepido accenno a una cifra ancora superiore, 93 milioni di euro. A fine anno Italia Nostra ha annunciato che si sarebbe arrivati a quota 100 milioni.
Le dichiarazioni rilasciate ora da Zaia, a tre anni dall’evento, rendono ancora più sconcertante lo scenario. “Viviamoli come una festa, questi Giochi olimpici – ha detto – Non possiamo passare le giornate a sentir dire che è uno spreco e che non ce la faremo mai… il solito lamento all’italiana mutuato dal ‘fado’ portoghese. Cerchiamo di guardare al futuro pensando che solo i pessimisti non fanno fortuna”. Il governatore leghista è perfino riuscito a fare pubblicità al proprio libro, un inno all’ottimismo. Tanto a pagare sono sempre gli altri. Lo ha subito ricordato. “È lo Stato a sostenere la spesa di 100 o forse anche 120 milioni, per quella che sarà la prima pista paralimpica da bob, poco impattante rispetto all’attuale cadavere eccellente”. Qualche retropensiero comunque anche Zaia sembra coltivarlo, visto che si è sentito attaccare dai cittadini non solo cortinesi, da associazioni ambientaliste e da alcuni partiti di opposizione. “Ingenuamente, perché forse oggi farei una riflessione diversa, all’inizio di questo percorso ho detto: bonifichiamo quella discarica (la vecchia pista, ndr) e rivitalizziamo il bob. Capisco che molti pensavano che stessimo scherzando, ma le Olimpiadi ce le abbiamo e il fermento c’è. Riporteremo le nostre regioni sulla scena mondiale dello sport”. Ha concluso ricordando come la crescita del pil per un miliardo di euro premierà l’Italia e anche la montagna veneta, con nuove infrastrutture (pagate però dallo Stato e nel 2026 saranno solo sulla carta) e con guadagni legati direttamente ai Giochi.