Lo scorso anno sono stati installati in Italia 10.748 punti di ricarica a uso pubblico (circa 4.000 solo nell'ultimo trimestre 2022), di cui il 27% ad alta potenza. Il nostro Paese sta colmando il gap con le nazioni europee più avanti nella mobilità a batteria
Uno degli impedimenti principali alla diffusione della auto elettriche nel nostro Paese, unitamente ai loro prezzi elevati, è stata senza dubbio la carenza di infrastrutture di ricarica adeguate. Forse però qualcosa sta cambiando, se come rende noto Motus-E (associazione che raccoglie diversi attori della mobilità elettrica, dai costruttori alle utilities) nel suo rapporto “Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia”, è in atto una vera e propria accelerazione sul fronte delle colonnine.
Nello specifico, lo scorso anno sono stati installati in Italia 10.748 punti di ricarica a uso pubblico (circa 4.000 solo nell’ultimo trimestre 2022), di cui il 27% ad alta potenza (che ora pesano per il 12% del totale): il che significa che hanno raggiunto quota 36.772 in crescita del 41%, ovvero il risultato migliore ottenuto nel nostro Paese negli ultimi anni. Ma significa anche che la rete italiana è più fitta di quella di altre nazioni europee più avanti nell’elettromobilità, in relazione al parco circolante: ogni 100 veicoli elettrici, infatti, in Italia ci sono 21,5 punti di ricarica (di cui 2,6 ad alta potenza) a uso pubblico, mentre la Francia ne conta 11,5, il Regno Unito 8,9 e la Germania 8,2. Paesi, questi, in cui nell’ultimo anno le immatricolazioni di auto elettriche sono cresciute rispettivamente del 25,3%, del 32,3% e del 40,1%, a fronte della battuta d’arresto italiana (-27,1% nel 2022, -8,7% a gennaio 2023).
Nell’86% del territorio nazionale, dunque, è ora presente almeno un punto di ricarica in un raggio di 10 km, e migliora anche la situazione sulle autostrade (496) nonostante questo resti un punto sensibile. La percentuale, poi, va salendo man mano che ci si avvicina ai grandi centri metropolitani, dove si trova un terzo di tutte le colonnine. Tra le città, Roma è quella che ne può vantare il maggior numero (2.751), seguita da Milano (1.927), Torino (1.641), Venezia (1.372) e Firenze (882). Tra le meno virtuose ci sono invece Messina (298), Cagliari (250) e Reggio Calabria (123).
Rimanendo in tema di distribuzione geografica, va sollolineato anche come il 58% delle colonnine sia localizzato nel Nord Italia, il 22% al Centro e il 20% nel Sud e nelle Isole: la Lombardia è la regione che ne vanta di più (16% del totale), seguita da Piemonte e Veneto (11% ciascuna), Lazio ed Emilia-Romagna (10%) e quindi Toscana (8%).