Un grande campionato a cui partecipano tra le 60 e le 80 squadre divise in gironi, senza membri permanenti. Questi sono i contorni della nuova Superlega, contenuti in un decalogo stilato dalla società A22 Sportsmanagent e pubblicato da El Pais che pone le basi su cui lavorare per ridefinire il progetto. Real Madrid, Barcellona e Juventus, i tre club che stanno ancora guidando attivamente il progetto, hanno contattato più di 50 club europei e aspirano ancora a creare un grande campionato che sostituisca la Champions League e che sia gestito direttamente dalle società, togliendo lo scettro all’Uefa.
Su questo punto decisiva sarà la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che nelle prossime settimane si pronuncerà per decidere se Uefa e Fifa abusino della loro posizione dominante come organizzatori di competizioni internazionali. Intanto, come dimostra il decalogo, la Superlega continua a lavorare alla creazione di una competizione, correggendo alcuni dei punti più controversi del suo approccio iniziale, a partire appunto dall’apertura ad altri club. Intanto gli altri nove fondatori (Atlético, Manchester City, United, Arsenal, Chelsea, Liverpool, Tottenham, Inter e Milan) che hanno rinunciato pubblicamente a proseguire nell’avventura, non si sono ancora contrattualmente separati dal progetto.
Da un campionato chiuso con pochi membri permanenti, la Superlega ora promette di diventare un torneo aperto a cui partecipino tra le 60 e le 80 squadre divise in gironi. Bernd Reichart ha stilato i “dieci principi per un campionato europeo di calcio” che sostituisca la Champions. Ci sono dentro l’apertura a tutti del torneo, l’impegno e il rispetto nei confronti dei campionati nazionali, il miglioramento della sostenibilità finanziaria dei club partecipanti e la maggiore attenzione alla cura della competizione e dei giocatori che vi partecipano per renderla più attraente per il pubblico giovane. Non mancano le sezioni dedicate al calcio femminile, ai tifosi e alla solidarietà tra club e istituzioni, Unione Europea compresa.
“Lo scorso ottobre abbiamo avviato un processo aperto di dialogo sul futuro del calcio europeo – ha detto al quotidiano spagnolo Reichart – Da allora abbiamo parlato con quasi 50 club e altri attori del settore e la conclusione condivisa da quasi tutti è che le fondamenta su cui è costruito il calcio europeo sono seriamente minacciate. È giunto il momento di apportare modifiche”.
L’ente promotore incaricato del progetto commissionato dalla European Super League Company (ESL) aspira a creare un nuovo ecosistema in cui i club stessi gestiscano le competizioni europee. La nuova Super League garantirebbe un minimo di 14 partite ai suoi partecipanti (in questo momento solo le finaliste giocano fino a 13 partite), aspira a una competizione che sostituirà di fatto l’attuale Champions League. Per fare ciò, creerebbe un’entità che sostituisca l’Uefa come gestore dei tornei.
Da anni i club chiedono una maggiore distribuzione degli introiti generati dalle competizioni internazionali, oltre a una maggiore partecipazione ai processi decisionali sui loro format. Dopo il primo annuncio della Superlega il 19 aprile 2021 e la dura reazione dell’Uefa, la decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sarà decisiva. La precedente relazione dell’avvocato generale della Ue, il greco Athanasios Rantos, era favorevole alla Uefa, che legittimava ad organizzare e autorizzare le competizioni europee. Il parere del magistrato non deve coincidere con la sentenza che verrà emessa in primavera, ma di solito coincide l’80% delle volte. Senza il sostegno della giustizia europea, il potere di convincere la Superlega ad attrarre club sarebbe notevolmente minore.