di Carmine Di Filippo
‘Caporale’ è colui/colei che procura manodopera al datore di lavoro, scegliendo tra chi si offre. Fa da intermediario, come le note agenzie esistenti e legittime.
Qual è il reato di ‘caporalato’? Nell’art. 603 bis del codice penale, questa parola non c’è: quel reato legalmente non esiste. Esiste questo:
È punito chi:
1) recluta manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori;
2) utilizza, assume o impiega manodopera, anche mediante l’attività di intermediazione di cui al numero 1.
E continua definendo ‘l’indice di sfruttamento’ associato a ‘reiterata corresponsione di retribuzioni … difforme dai contratti collettivi nazionali …, sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato;… reiterata violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, ai periodi di riposo,… all’aspettativa obbligatoria, alle ferie;… violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro’ ecc.
Il riferimento al ‘reclutamento’ e al ‘caporale’ c’è solo nel comma 1, per il quale chi recluta manodopera non commette reato, a meno che non lo faccia ‘allo scopo di …’. Cosa non molto chiara: l’intermediario recluta manodopera e la fornisce al datore di lavoro, ma non allo scopo di farla sfruttare. E’ il datore che sfrutta, eventualmente. Ma chi paga? Chi stabilisce il prezzo? Chi sfrutta?
Non è l’intermediario, che ha interesse che il lavoratore guadagni di più, guadagnando su di lui.
Non dovrebbe portare il lavoratore se sa che il proprietario lo sfrutta? Spetta a lui controllare? Gli ispettori del lavoro sono pochi; a volte qualcuno gira al largo ma non si colpevolizzano tutti. È il datore di lavoro, che paga e impiega manodopera a basso costo e con ‘sfruttamento’, per le solite ragioni di contenimento dei prezzi per la concorrenza o per massimizzare l’utile; che sono le vere radici del male. E, purtroppo, sono le condizioni di necessità del lavoratore che lo costringono ad accettare; altra radice del male. Eradicarle è dura.
La scelta delle condizioni di lavoro, economiche e di sicurezza, è imputabile al datore di lavoro. Ha senso pensare che sia l’intermediario ad imporle? A dire ‘paga poco, sfrutta’? Dovrebbe essere l’intermediario a pretendere che il datore di lavoro applichi condizioni accettabili?
E’ radicata l’opinione che è colpa del ‘caporale’, e l’opinione pubblica lo ha condannato. Almeno si eradichi questa opinione. Meno male che il Gip di Foggia sequestra beni degli imprenditori a Borgo Mezzanone.
Non si dovrebbe usare più la parola ‘caporale’, se non per il graduato di truppa: serve solo a spostare la ‘colpevolezza’ dal datore di lavoro all’intermediario, che non è il reo per tutto, non può essere il capro espiatorio.
Perché non si aprono degli uffici per l’occupazione nei comuni? L’intermediario si fa pagare 5 € il al giorno per il trasporto sul e dal luogo di lavoro, quanto e come un biglietto di bus che però non c’è. Certo 5 € possono essere molti per chi dal datore ne ha 20 per una giornata di lavoro. Ho conosciuto intermediari e manodopera, e ho visto i buoni rapporti esistenti tra loro com’è ovvio, dato che uno fa l’interesse dell’altro. Al di là di reati di intermediazione senza licenza, trasporto di più persone del lecito, ecc.; e al di là di reati di violenze fisiche, schiavismo, ricatti per prestazioni sessuali in cambio di lavoro e addirittura omicidi, come da cronaca, perpetrati da ‘caporali’ e datori di lavoro. Ma è un altro tema.
Intanto noi brava gente ci indigniamo per lo sfruttamento, dando la colpa ai caporali, ma preferiamo i pomodori a 40 cent e le arance a 99 cent al kg. Non ci prendiamo la nostra dose di responsabilità per il fatto di spingere il mercato a contenere al minimo i prezzi. Ci lamentiamo se il ristoratore ci porta un conto del 10% più alto della volta precedente, casomai perché ha deciso di pagare il giusto i dipendenti in cucina.