Irriverenti Maneskin. Dall’eleganza della presentazione di “Vent’anni” ai Fori Imperiali, al matrimonio trash stile “Il boss delle cerimonie” a Palazzo Brancaccio di Roma, davanti ad un pubblico scelto tra influencer, qualche vip (Baz Luhrmann, Paolo Sorrentino, Sabrina Impacciatore, Paulo Dybala e Fedez), la vincitrice di “Drag Race Italia”, La Diamond, e qualche fortunato giornalista “invitato personalmente” per una chiacchierata al volo e un drink. Niente di più. Anche in questa occasione nessuna intervista né conferenza stampa. Ma di questa scelta promozionale abbiamo già parlato. A raccontarla così sembra che stiamo parlando di due band diverse, se consideriamo lo stile di comunicazione e presentazione dei progetti discografici. Eppure tra un evento e l’altro (e management e l’altro) sono passati quasi tre anni. L’evento romano del 19 gennaio puntava dritto ai social con un matrimonio shock, celebrato dall’ex direttore creativo di Gucci, Alessandro Michele. Per ribadire che la classe non è acqua. O quasi. La mission è sembrata quella di diventare virali con abiti da sposa e baci gay (ancora? Nel 2023?). Missione centrata. Il matrimonio è sulla bocca di tutti e non è certo un “gossip”, per citare il nuovo singolo con Tom Morello, al 19 gennaio fuori dalla Top50 di Spotify e new entry alla 26esima posizione nella classifica radio Earone. Poi, certo, c’è la musica e via ad un mini concerto di presentazione dell’album internazionale “Rush!”. Baci, abbracci, saluti finali, qualche selfie e si è concluso così l’evento blindatissimo romano.
Intanto è uscito l’album. La stampa italiana che ha avuto la possibilità di ascoltare in anteprima il disco martedì scorso, non questo sito (forse perché abbiamo chiesto il motivo per cui la band, esplosa prima a X Factor e poi a Sanremo e Eurovision, non rilasciasse interviste alla stampa italiana? Ce lo siamo chiesto ma l’ufficio stampa fa sapere che si è trattato di un problema tecninco con l’invio di una email). Il responso della critica di casa nostra è sembrata (quasi) compatta nell’elogiare il respiro americano dei Maneskin. Negli States le voci critiche si sono fatte sentire. Rolling Stone Usa, che è stata la prima rivista nel mondo ad ascoltare il disco a inizio gennaio, ha sentenziato: “Di sicuro i momenti migliori sono quelli esagerati, mentre quelli più sinceri sono i più deboli” . E ancora: “In un mondo dominato da trap e pop i Maneskin sanno che devono spingersi sempre più in là, anche se comporta far pubblicità in un testo a OnlyFans. È la conferma di quanto si devono sbattere i rocker oggigiorno per farsi notare”. E qui vengono in mente le immagini del matrimonio di giovedì sera. Meno benevola la rivista The Atlantic, per voce del critico Spencer Kornhaber, che usa parole dritte e senza sconti: “Le canzoni dei Maneskin sono chiaramente riciclate, così sfacciatamente mediocri, tanto che l’idea del gruppo che accende una guerra culturale tra rock e pop – e con essa, stereotipi su realtà e falsità, passione e prodotto – sembra nella migliore delle ipotesi tragica”. Insomma non resta che lasciare la parola alle classifiche nelle prossime settimane. Del resto il pubblico è sovrano, non solo in televisione ma anche nella musica.