Politica

Regionali Lazio, le opinioni sull’inceneritore sono piuttosto varie anche all’interno della destra

I rifiuti e il loro trattamento sono un tema particolarmente scottante, soprattutto a Roma e nel Lazio. Basti pensare che la scelta del governo Draghi nel luglio scorso di inserire nel disegno di legge di conversione del “Decreto Aiuti” un articolo che attribuiva poteri straordinari sui rifiuti al sindaco di Roma Gualtieri, compreso quello di approvare, con una semplice ordinanza e sentita la Regione Lazio, i progetti di nuovi impianti per la gestione, in vista della realizzazione del cosiddetto “termovalorizzatore”, è stata la miccia che ha portato in pochi giorni alla crisi di governo e alle elezioni anticipate. Sempre il termovalorizzatore è stato uno degli ostacoli alla costruzione di un’alleanza elettorale Pd-M5S nel Lazio, alleanza che si è invece concretizzata in Lombardia.

Ma va ricordato che le opinioni sul termovalorizzatore sono piuttosto varie sia all’interno della maggioranza di centrodestra – con FdI su posizioni tendenzialmente contrarie e Forza Italia e Lega favorevoli – sia nella coalizione di centrosinistra, con la parte ambientalista di Europa Verde critica, e Azione e Italia Viva e vari altri partiti favorevoli.

Le divergenze interne emergono anche dai programmi elettorali: il consistente capitolo dedicato a rifiuti e economia circolare proposto dal candidato del centrosinistra D’Amato si dilunga molto sugli aspetti più universalmente accettati, come l’economia circolare – che ormai è una bandiera di tutte le forze politiche, e infatti appare in tutti i programmi – ma non dice una parola – letteralmente – sul termovalorizzatore o inceneritore, come lo si voglia definire. Solo un vago accenno, contenuto nel sottotesto di uno dei proponimenti: “continuare le iniziative di sensibilizzazione delle comunità locali, con un’attività di coinvolgimento volta a comunicare i vantaggi ambientali sociali ed economici di una azione amministrativa attenta in questo settore e a superare resistenze sui territori alla realizzazione di impianti”. Ben più esplicita la posizione del candidato Pd Mario Ciarla, che ha letteralmente tappezzato la città di Roma di manifesti elettorali – ci risultano gli unici, a parte qualche affissione dei candidati Presidenti – in cui inneggia: “Sì al termovalorizzatore, per un Lazio più Verde”, a cui aggiunge “La Ragione è forte”. Non sappiamo se tale entusiasmo a rischio ossimoro sia condiviso da tutto il suo partito, e se la cautela del programma derivi dalla mediazione interna della coalizione.

Decisamente e argomentatamente contrario agli inceneritori il programma del Movimento Cinque Stelle, che boccia il recupero energetico dai rifiuti a favore del recupero di materia, e ancora più esplicito quello di Polo Progressista, dove è confluito un pezzo di sinistra (Sinistra italiana e Coordinamento 2050), che ribadisce in più passaggi un netto No, non solo all’inceneritore, di cui si intende impedire l’insediamento a Roma avviando a riduzione e futura dismissione di quello S. Vittore, ma anche al biogas e al Tmb (trattamento meccanico biologico). Contraria al recupero energetico anche Unione Popolare, che propone una “revisione del Prgr che impedisca la realizzazione di inceneritori”.

Vago sulle prospettive generali il programma del candidato Francesco Rocca della coalizione del centrodestra – alla conferenza stampa della presentazione aveva fatto una mezza dichiarazione contraria, poi subito ritirata – con qualche “paletto”: “La tecnologia della combustione potrà essere adeguata alle necessità. Realizzare infatti termocombustori sovradimensionati significherebbe violare le leggi e le direttive esistenti e aprire un altro ciclo di scala nazionale invece di chiudere quello di scala regionale”. Con un “lancio di palla” a favore dei cittadini e dei comitati di Roma Sud e dei Castelli e non solo che da mesi contestano la scelta della realizzazione dell’impianto a Santa Palomba: “È utile sottolineare che oltre al sovradimensionamento dell’impianto di combustione dei rifiuti previsto dal commissario per i rifiuti Gualtieri ci risulta non idonea l’attuale localizzazione. Infatti il quadrante scelto contiene a pochi chilometri di distanza il Santuario del Divino Amore, meta ambita da centinaia di migliaia di turisti e pellegrini, e si colloca in un contesto paesaggistico e agricolo di assoluta qualità che vedrebbe a rischio tutte le principali filiere produttive agro alimentari ed enogastronomiche. Infine la viabilità primaria per il trasporto dei rifiuti risulta sottoposta a un vincolo storico già fatto valere in occasione del Giubileo del 2000 che ne impedisce il potenziamento”.

Un tema, la chiusura del ciclo dei rifiuti con impianti di incenerimento, assai divisivo, tanto che anche Carteinregola non ha una posizione che riesca a conciliare i diversi punti di vista al suo interno, infatti non abbiamo fatto richieste ai candidati sul tema. Tuttavia, forse, da chi si presenta agli elettori sarebbe utile più chiarezza.

Venerdì 10 febbraio alle 18 in diretta sulla pagina FB di Carteinregola faremo il punto sui programmi delle varie coalizioni e partiti che si presentano alle elezioni regionali, in particolare rispetto alle nostre richieste ai partiti e ai candidati, anche raccontando le risposte ricevute dai partecipanti ai nostri webinar e le adesioni dei candidati all’ impegno a modificare l’articolo “demolisci villini” della legge regionale di rigenerazione urbana.