Il rapper Jacopo Lazzarini arriva a Sanremo forte di un 2022 da record: il suo ultimo album "Sirio" è stato il più venduto dell'anno e quello che ha trascorso più tempo al vertice della classifica Fimi negli ultimi dieci anni
Il palco del Teatro Ariston è uno dei pochi che Lazza non ha ancora calcato, e per quanto la location possa incutere timore, il rapper arriva al Festival di Sanremo con un biglietto da visita da far impallidire i colleghi. Il suo ultimo album, Sirio, è infatti il più venduto del 2022 e ha trascorso ben 18 settimane non consecutive al comando della classifica Fimi/GfK. Un vero e proprio record per quel che riguarda l’ultimo decennio. Ciononostante, il pubblico di Rai1 si chiederà: “Ma chi è Lazza?”.
Esiste domanda più snervante del classico: “Questo chi è?” pronunciato da parenti e amici mentre si guarda il Festival? Snervante perché nella maggior parte dei casi non si tratta di un quesito posto con lecita curiosità, ma con l’arroganza di chi interroga il proprio interlocutore volendo sminuire in partenza l’artista del quale chiede lumi, semplicemente perché non lo conosce e quindi crede sia arrivato a Sanremo senza aver mosso un dito. La gavetta è un po’ come la beneficenza: se non la fai sotto gli occhi di tutti, non l’hai mai fatta veramente.
CHI È LAZZA – Lazza invece, così come chiunque altro partecipante alla kermesse, ha mangiato polvere prima di raccogliere i frutti del proprio lavoro. Nato a Milano il 22 agosto 1994, Lazza è lo pseudonimo di Jacopo Lazzarini e sin da piccolo si appassiona alle sette note. Ama la musica classica, tanto da studiare pianoforte al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e tatuarsi Chopin sul polpaccio. Nel suo cuore, però, c’è spazio anche per il mondo hip hop, e così entra nei collettivi Zero2 e Blocco Recordz. Il debutto discografico risale al 2012 con il mixtape Destiny Mixtape. Sin da questo primo lavoro collabora con esimi colleghi come Giaime, e, in un secondo momento, Emis Killa. Il primo album ufficiale è Zzala, del 2017. Il titolo si spiega con l’uso del linguaggio “riocontra”, gergo che prevede l’inversione delle sillabe per generare rime caratteristiche. “Zzala”, quindi, altro non è che “Lazza” a sillabe invertite. In questo progetto le sonorità trap incontrano l’uso del pianoforte di ispirazione classica.
Il 2018 è l’anno dell’album Re Mida, che debutta al primo posto in classifica e contiene il singolo Porto Cervo, uno dei preferiti dai fan, e del mixtape J. Le collaborazioni diventano sempre più prestigiose: le sue rime si intersecano con quelle di Tedua, Fabri Fibra, Tha Supreme e Gemitaiz, solo per fare qualche nome.
IL RECORD CON L’ALBUM “SIRIO” – Ma è nel 2022 che Lazza entra nella storia grazie al disco Sirio. L’album viene certificato 4 volte platino e riconosciuto come quello che ha speso più tempo – al momento in cui scriviamo 18 settimane – al vertice della chart Fimi/GfK. “Ho messo tutto me stesso in questo progetto ma ho anche avuto tanta fortuna. La fortuna di essere stato capito anche nelle mie fragilità, nelle mie imperfezioni” ha scritto Lazza sui social nel commentare i risultati del disco. Nelle canzoni di questo ultimo progetto trova spazio il tema della solitudine, quella stessa che ha ispirato il titolo dell’album: “Sirio è la stella che brilla di più nel cielo, e quella che brilla anche quando le altre stelle si spengono. C’è il concetto di solitudine. Cercavo di brillare lo stesso in un periodo terribile per il mio settore che è stato dimenticato in tempi di pandemia” ha raccontato a FQMagazine. Per un motivo o per l’altro in molti si sono ritrovati negli stati d’animo descritti nelle tracce del disco, e c’è da scommettere che sarà così pure con Cenere, il brano in gara a Sanremo 2023.
Nel giro di pochi anni la vita di Lazza è cambiata, inevitabilmente anche dal punto di vista economico. “Lavoravo 13-14 ore al giorno in cantiere per meno di 400 euro al mese” ha più volte raccontato nelle interviste, spiegando di avere un po’ le mani bucate come dimostra quel che ha confidato a Le Iene: “Il giorno del party del mio disco ho preso 3mila euro di completo di Prada, potevo evitare”.