Si destreggia fra Chopin, Rachmaninov, Bach e Mozart, si confronta con le grandi colonne sonore del cinema, interpreta i successi di Cristina D’Avena arrangiati per orchestra e i brani di Anna Oxa o di Rosa Chemical. Chi è? Il musicista dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo. Poliedrico, versatile e di solito anche un po’ altezzoso. Sì, diciamolo, i professori d’orchestra delle Ico (Istituzioni concertistiche orchestrali) sono sempre stati considerati snob.
Ma qualcosa è cambiato. Sta cambiando. A confermarcelo è Filippo Biolè, presidente della Fondazione Orchestra Sinfonica di Sanremo. “L’organico dell’orchestra del Festival deve essere (come da incarico della Rai firmato un anno fa per due edizioni, ndr) di 32 elementi – spiega – ma la novità di questa edizione è che i musicisti dell’orchestra alla kermesse non sono mai stati così tanti”. Da 8 sono passati a 12. Considerando che è un’attività facoltativa è un gran successo.
Il motivo? “Una programmazione artistica sempre più ampia, che spazia dal classico al contemporaneo al pop arrangiato per orchestra, è molto stimolante per loro. È così che si valorizza ancor di più un’eccellenza nazionale”, risponde Biolè. Appartenente alle 12 Ico italiane, la Sinfonica di Sanremo ha fatto il botto durante il 2022. Soprattutto in estate. Dati alla mano: ha raggiunto un aumento di pubblico pari al 205 per cento nei due teatri Auditorium Alfano e teatro all’aperto.
“I musicisti si sentono parte di un’organizzazione che tiene alla buona riuscita delle manifestazioni a cui partecipano e questo crea molta affezione”. La ricaduta dell’affezione sul Festival? “È una delle cifre identitarie dell’orchestra, è un contesto melodico di rilievo internazionale”, sottolinea il presidente. E aggiunge: “Quando si spazia da Beethoven al repertorio leggero, dalla Ruggiero a Ute Lemper fino ai successi di Cristina D’Avena, ma con viole, violini, violoncelli, flauti e oboe, cambiare repertorio e passare dal barocco al pop è ancora più stimolante”.
Ma quanto guadagnano i musicisti stabili dell’orchestra di Sanremo? Il contratto nazionale delle fondazioni lirico- sinfoniche riporta cifre mensili che variano all’incirca da 1.500 a 2.300 euro a seconda dei livelli. A questo si aggiungono altre voci, dalle trasferte per le prove a eventuali forfait per la kermesse.
Nelle varie sezioni (archi, fiati, ritmica, ottoni) i professori d’orchestra che suonano al Festival però non bastano: ne mancano ancora 20. “Gli altri, sia per la ritmica sia per le altre sezioni, sono ingaggiati con incarichi ad personam da tutta Italia sulla base di competenze conclamate”, rivela Biolè. Che tipo di contratti sono? “Di libera professione. Ma le condizioni economiche che applichiamo rispondono ai criteri di equità”. Insomma, non sembra esserci un dislivello fra gli stabili, assunti secondo i contratti di contrattazione collettiva, e gli aggiunti.
Oltre al cachet l’Orchestra si fa carico di tutte le spese di vitto, viaggio e alloggio in hotel tre stelle, per stabili e aggiunti, sia per le prove che si svolgono a Roma da gennaio sia per le prove all’Ariston e per gli spettacoli. L’attività è molto intensa e va dal check sound di poche ore a turni estenuanti di otto. La giornata tipo? La convocazione, suddivisa per tematiche: è data dalla Rai ogni giorno. Ricordiamolo, non si suona solo a supporto dei cantanti ma anche in piccoli momenti musicali che introducono per esempio il presentatore o nelle sigle.
Finito il Festival? Si torna alle fughe di Vivaldi, ai concerti di Brandeburgo, alla musica sacra. E d’estate si esplorano nuovi repertori musicali. Nel 2022 i concerti sono stati 94, nel 2023 ne sono già stati programmati 104 anche fuori dai luoghi tradizionali. Intensa è l’attività nelle scuole con la presenza di formazioni ridotte, a cui si aggiungono i concerti nei borghi storici delle province di Sanremo e Imperia.
Ma il progetto che Biolè definisce ‘commovente’ è quello della musica per gli anziani delle Rsa. Un pubblico attento che sa apprezzare l’arte. Infine, le iniziative per ricordare la Shoah. E non solo il 27 gennaio. “Il tema della memoria, da discendente di deportati ebrei nei campi nazisti – rivela Biolè – mi sta molto a cuore. Stiamo organizzando un concerto gratuito in centro città. Vogliamo ispirarci alla colonna sonora del film Il pianista”.
Fra gli obiettivi futuri c’è anche quello di portare l’orchestra a 35 elementi stabili. “Ma – dice – bisogna valutare la sostenibilità economica per poterlo fare”. L’orchestra ha un contributo del Comune, del Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo) e di Regione Liguria. L’istituzione regionale versa poco più di 100mila euro l’anno ma nel 2022 aveva integrato il contributo con 50mila euro aggiuntivi. Non riconfermati quest’anno. “Intanto però una cosa gliela voglio dire – conclude – siamo molto attenti alle pari opportunità. L’anno scorso avevamo lo stesso numero esatto di uomini e donne in organico. Professori e professoresse”.